Il vero Giornalismo è sott’attacco. L’Unesco lancia l’allarme: uccisi 530 cronisti in 5 anni. E i colpevoli sono stati trovati solo in un caso su dieci

Non può essere in nessun caso una festa la Giornata mondiale per la Libertà di stampa. Minacciati e sottopagati i giornalisti hanno ben poco da sorridere

Non può essere in nessun caso una festa la Giornata mondiale per la Libertà di stampa. Minacciati e sottopagati i giornalisti hanno ben poco da sorridere. Problematiche simili in tutto il mondo per una categoria che rischia di finire presto in via di estinzione se non ci s’inventa qualcosa per non morire. Questo per quanto riguarda i cronisti costretti a sopravvivere perché malpagati, ce ne sono, invece, moltissimi che sono morti davvero per raccontare la verità.

Destano non poche preoccupazioni i dati diffusi dall’Unesco, nella giornata di ieri,all’interno del World Trends in Freedom of Expression e Media Development Report: dal 2012 al 2016 sono stati uccisi ben 530 giornalisti in tutto il mondo. Con la media pazzesca di due cronisti uccisi ogni settimana. Senza tralasciare il fatto che questi omicidi finiscono dimenticati senza che nemmeno vengano individuati i colpevoli, assicurati alla Giustizia soltanto in un caso su dieci. Delle 530 vittime 166 lavoravano per le televisioni, 142 appartenevano alla carta stampata, 118 erano impiegati in radio, 75 scrivevano per testate online e 29 appartenevano a piattaforme di comunicazione incrociata. Negli ultimi anni, inoltre, sono aumentate anche altre forme di violenza contro i cronisti: rapimenti, detenzioni arbitrarie e torture. Altro punto forte del rapporto è legato alla diffusione sempre più radicata sul web dell’informazione con tutti i rischi del caso: hate speech,  misoginia, odio e fake news dilaganti. Questo il quadro in cui si è svolta la 25^ Giornata mondiale della libertà di stampa voluta dall’Onu nel 1993. Una ricorrenza che, purtroppo, serve a ribadire che di libero c’è ben poco quando si parla di stampa. Eppure, nonostante tutto, secondo i dati Eurostat, in un solo anno è aumento del 10% il numero dei reporter attivi nell’Unione europea. Questa sì che è una prova di coraggio.