Nella Rai targata Meloni neanche lo sciopero è più un diritto, l’azienda critica i giornalisti: “Fanno politica”

Ai vertici Rai non piace lo sciopero del sindacato Usigrai e provano a delegittimarlo parlando di motivazioni politiche e fake news.

Nella Rai targata Meloni neanche lo sciopero è più un diritto, l’azienda critica i giornalisti: “Fanno politica”

Il diritto di sciopero non piace a questo governo, come ha dimostrato più volte – con le sue precettazioni – il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. E non piace neanche ai nuovi vertici Rai. TeleMeloni non può essere contestata, sembra la linea dell’azienda, che si scaglia contro l’Usigrai per la mobilitazione indetta per lunedì 6 maggio. 

Il primo tentativo di far fallire lo sciopero è arrivato dal sindacato di destra, Unirai, che ha invitato chi è di riposo a lavorare in modo che la protesta non blocchi la normale programmazione. Ma ancora peggio fa l’azienda, che in un video – di due minuti, il doppio rispetto a quello trasmesso dall’Usigrai – attacca proprio il sindacato che rappresenta 1.600 giornalisti sui 2mila totali del servizio pubblico. 

Lo sciopero dell’Usigrai

Il primo video è quello dell’Usigrai che spiega lo sciopero del 6 maggio. Le motivazioni non sono solamente politiche, ma si concentrano su diversi temi concreti che riguardano i lavoratori: la protesta nasce dall’accorpamento delle testate senza una precedente discussione con i sindacati, dalla mancata sostituzione di chi va in pensione e in maternità e dalla mancata stabilizzazione dei precari mentre non viene indetta alcuna nuova selezione pubblica. A questo si aggiunge anche il caso della censura del monologo sul 25 aprile dello scrittore Antonio Scurati. 

La Rai contro il sindacato sullo sciopero

Per l’azienda, però, le motivazioni della protesta sono politiche: “Scioperano per motivazioni ideologiche e politiche, nulla che riguardi i diritti dei lavoratori”, affermano i vertici nel video di replica. Negando che ci sia stata alcuna censura o bavaglio sul caso Scurati. Lo sciopero, invece, esporrebbe – questa l’accusa della Rai – “a strumentalizzazioni politiche, privando i cittadini del fondamentale diritto dell’informazione”. 

Non solo, perché l’azienda invita anche l’Usigrai “a cessare di promuovere fake news che generano danno all’immagine dell’azienda”. La controreplica dell’Usigrai non si è fatta attendere: “Quando non si hanno contenuti, la si butta sull’accusa stantia di fare politica e di far circolare fake news, un’accusa gravissima nei confronti di tutti i giornalisti e le giornaliste della Rai, che punta a screditare un’intera categoria”. Per il sindacato dei giornalisti Rai l’azienda usa “toni da padroni delle ferriere”. E, di certo, prova a screditare uno sciopero sacrosanto.