Il volo blu della Pinotti atterra in Procura

di Valerio Rossi

Se per il Movimento 5 Stelle il presunto “volo blu” di cui avrebbe usufruito il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, è una questione soprattutto politica, per l’Aeronautica è una questione di onorabilità e rispetto del corpo. Così mentre i pentastellati hanno presentato un doppio esposto, uno in Procura e uno alla Corte dei conti, accusando il ministro di aver utilizzato un aereo di Stato per tornare a casa, l’Aeronautica militare risponde con una querela sentendosi denigrata dai 5 Stelle. Stiamo parlando del volo dello scorso 5 settembre di un velivolo del 31° Stormo dell’Aeronautica Militare, con a bordo anche il ministro della Difesa. “Non si trattava di un volo di Stato”, ha sottolineato l’Aeronautica, “ma di volo addestrativo dove è prevista la possibilità del trasporto di passeggeri autorizzati”.

I MOTIVI DELL’ESPOSTO
Ciò che non torna ai 5 Stelle è la coincidenza, strana se volete, che “un volo partito 10 minuti dopo l’arrivo della Pinotti a Ciampino (veniva da Cardiff) fosse diretto, caso ancor più strano, a Sestri, cioè a casa sua”. E su questo ha spiegato il grillino Alessandro Di Battista è stato chiesto alla magistratura di far luce. Gli accertamenti dei 5 Stelle puntano a far emergere se vi siano profili per ipotizzare peculato o abuso d’ufficio. Senza risposta finora le interrogazioni parlamentari sul tema. E sulla questione il ministro Pinotti, data tra i papabili anche per il dopo Giorgio Napolitano al Quirinale, ha preferito il silenzio. Il costo di un volo Falcon, come quello finito nel mirino dei 5 Stelle, costa allo Stato italiano sui 3600 euro all’ora. Se tutto, invece, fosse stato regolare ben venga il risparmio sui voli.