Il volto oscuro (e irrinunciabile) dell’amore. La trappola di una passione che annulla. L’ultimo romanzo di Chiara Francini

La maggior parte del pubblico la conosce perché attrice di fama e talento. La riconoscono perché riesce a combinare – dote non facile, specie oggi – una grande capacità attoriale, con una spiccata comicità e una bellezza senza pari. Ma Chiara Francini è molto di più. E, a onor del vero, non l’ha dimostrato ora con “Un anno felice” (Rizzoli), ultima fatica della scrittrice, ma già con i due precedenti libri, entrambi rivelatisi un successo editoriale. Ma rispetto alle prime due opere c’è uno stacco ulteriore: in “Non parlare con la bocca piena” (2017) e “Mia madre non lo deve sapere” (2018), l’autrice scandagliava i temi delle nuove famiglie e della relazione madre-figlia.

Ora con un “Anno felice” la Francini entra ancora più in profondità, analizzando l’amore inteso nel suo senso viscerale, più pieno, esplosivo e tragico. Il paradosso più umano che ci sia: spesso, troppo spesso, proiettiamo i nostri. Non riusciamo ad esimerci, perché i sogni sono il nostro motore di vita. Ma proprio quando crediamo di essere riusciti a concretizzarli, è lì che cadiamo nella trappola più pericolosa che possa esistere, quella che è frutto dei nostri errori e delle nostre debolezze. È questo che si troverà a vivere Melania, lunghi capelli mossi color castagna e due sopracciglia pennellate alla Rossella O’Hara. Abita in centro a Firenze con la sua amica Franca. Potrebbero sembrare due studentesse fuori sede.

In realtà sono solo due ragazze fuori corso a cui finora il tanto studio ha portato arguzia e cultura, ma non un principe azzurro. Per Melania, però, tutto cambia in un giorno di maggio, in cui si ritrova a pagare un caffè ad Axel, un giovane straniero atterrato lì da chissà quale altro mondo. Ha un volto da etrusco, ma è svedese. La bellezza sfacciata di Firenze e il cuore colorato di Melania danno esca al fuoco dell’amore, un calore che a lei scoppia dentro e che lui desidera da sempre. Poi, si sa, la passione si impone sulla vita: perciò, quando Axel deve ritornare in Svezia, Melania decide di seguirlo, lasciando tutto, lavoro, amici, rassicuranti consuetudini e quotidiane certezze.

Ma come spesso accade risulta impossibile anticipare il futuro, capire se quello che si sta vivendo sia vero amore. O se, invece, sia solo frutto di nostre proiezioni. Se, in altre parole, il sogno dovrà lasciare posto alle illusioni. Chiara Francini entra in profondità, fa vivere al di fuori delle pagine il mondo di Melania, lascia intravedere le sue speranze, cala dentro la fragilità umana, con spessore di autrice d’altri tempi. E alla fine del libro ci si rende conto che Melania, in fondo, siamo stati un po’ tutti.