Immigrati, nel 2014 arrivi aumentati dell’823%

di Leonardo Rafanelli

Ormai non ci sono dubbi: la situazione dei migranti verso l’Italia è da allarme. E come se non bastassero i naufragi e gli sbarchi in massa dei giorni scorsi, a sottolineare la criticità della situazione è arrivato anche il nuovo rapporto di Frontex. L’agenzia Ue per il controllo delle frontiere esterne all’Unione, infatti, ha specificato che “nei primi 4 mesi del 2014 c’è stato un aumento dell’823% di arrivi di migranti verso l’Italia rispetto allo stesso periodo del 2013”. Ma per gestire l’emergenza ci sono sempre meno soldi: “Il budget di quest’anno – spiega il vice presidente di Frontex Gli Arias Fernandez – è più basso di quello per il 2013. Con la discussione del budget 2015, a marzo di quest’anno, avevamo chiesto la possibilità di avere una riserva di denaro extra budget, ma la Commissione Ue ce l’ha negata”. Pronta è arrivata la replica di Michele Cercone, portavoce del commissario europeo Cecilia Malmstrom:  “Non è stata consentita una riserva di fondi extra-budget perché non è prevista dalle procedure”, ma “quando ci sono state emergenze, il denaro extra per Frontex è sempre stato reso disponibile”.

 

Numeri da record
Il quadro della situazione, in ogni caso, non fa che aumentare le preoccupazioni, già forti di fronte alle cifre relative agli sbarchi. Da gennaio ad aprile, infatti, si sono registrati 25.650 arrivi in Sicilia e 660 in Puglia e Calabria, su un totale di 42.000 migranti arrivati in Europa. Per rendersi conto dell’enorme crescita del fenomeno, basta tenere conto che nello stesso periodo del 2013 gli immigrati entrati in Ue erano in tutto 12.400. I numeri attuali, comunque, non si vedevano da cinque anni, se si eccettua il 2011, quando le migrazioni erano aumentate in conseguenza delle Primavere arabe. Arias, tuttavia, avverte: l’aumento registrato va ricollegato sia a una crescita effettiva del flusso, sia all’incremento dei controlli derivante da una rafforzata attività di Frontex”. E un’altra causa potrebbe essere la modifica delle leggi sull’immigrazione in Israele:  elemento che porta i migranti provenienti dal corno d’Africa a scegliere soprattutto l’Europa come luogo di arrivo. Il fenomeno, comunque, non riguarda solo l’Italia, che pure risulta particolarmente esposta: il numero di richieste di asilo è cresciuto anche in Svezia, Olanda, Bulgaria e Germania, con quest’ultima che da sola ha registrato un +41%. Diminuiscono inoltre i rifiuti di accesso al confine Polonia-Ucraina e fra Russia, Polonia e Finlandia.

 

Soluzione difficile
Il punto è che la situazione potrebbe addirittura peggiorare ancora. Secondo Arias, infatti, c’è da aspettarsi un aumento delle migrazioni durante l’estate, quando le traversate sono più facili. In base alle testimonianze di profughi siriani e sub sahariani, inoltre, ci sarebbero già molte persone in Libia pronte ad affrontare il mare per raggiungere l’Italia. Matteo Renzi è tornato ad attaccare l’Europa: “Ci spiega tutto – ha detto il premier – su come si deve pescare il pesce spada, ma gira la testa quando andiamo a soccorrere persone in difficoltà”. Persino Papa Francesco è intervenuto con un appello sulla questione: “Preghiamo – ha detto il Pontefice all’udienza generale – per le persone che in questi giorni hanno perso la vita nel Mare Mediterraneo. Si mettano al primo posto i diritti umani e si uniscano le forze per prevenire queste stragi vergognose”. Che fare allora? Frontex se ne chiama fuori, sottolineando che il compito dell’associazione riguarda soltanto la rilevazione, non la gestione delle richieste di asilo. Arias, però, è convinto che il controllo delle frontiere sia soltanto un tassello del puzzle, che da solo non può essere sufficiente per dare una risposta efficace all’aumento delle migrazioni: “Per migliorare la situazione – afferma – servono soprattutto accordi bilaterali più stringenti fra le nazioni e politiche più incisive contro i trafficanti”.