In calo le vittime e i ricoverati più gravi. Contagiati in lieve aumento, sono oltre 73mila. Richeldi (Cts): “Dati incoraggiano il messaggio che i nostri comportamenti salvano vite”

Sono complessivamente 73.880 i malati di Coronavirus in Italia, con un incremento, rispetto a ieri, di 3.815 contagi (sabato erano 3.651). Il numero complessivo dei contagiati – comprese le vittime e i guariti – ha raggiunto i 97.689. Il nuovo aggiornamento è stato reso noto questa sera dal capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, nel corso della consueta conferenza stampa dedicata all’emergenza Coronavirus.

Le vittime sono 10.779 dall’inizio dell’emergenza, con un aumento, sempre rispetto a ieri, di 756 decessi (sabato erano 889, venerdì 969). Sono 13.030, invece, le persone finora guarite, 646 in più di ieri (sabato erano 1.434). Sono 3.906 i malati ricoverati in terapia intensiva, 50 in più rispetto a ieri (erano 124), di questi 1.328 sono in Lombardia. Dei 73.880 malati complessivi, 27.386 sono ricoverati con sintomi e 42.588 sono quelli in isolamento domiciliare.

Nel dettaglio (qui la mappa dei contagi): i casi attualmente positivi sono 25.392 in Lombardia, 10.535 in Emilia-Romagna, 7.251 in Veneto, 7.268 in Piemonte, 3.160 nelle Marche, 3.786 in Toscana, 2.279 in Liguria, 2.362 nel Lazio, 1.556 in Campania, 1.293 nella Provincia autonoma di Trento, 1.432 in Puglia, 1.141 in Friuli Venezia Giulia, 1.034 nella Provincia autonoma di Bolzano, 1.330 in Sicilia, 1.169 in Abruzzo, 897 in Umbria, 539 in Valle d’Aosta, 582 in Sardegna, 577 in Calabria, 197 in Basilicata e 100 in Molise.

Il calo le vittime e i ricoverati più gravi.

Negli ultimi 3 giorni, ha spiegato nel corso della conferenza stampa il pneumologo del Policlinico Gemelli e membro del Comitato tecnico scientifico Luca Richeldi, si è registrato un calo costante sia del numero delle vittime sia dei ricoveri in terapia intensiva: “Grandi cambiamenti nell’ordine del 10-15%”. Cambiamento che dipendono sia dalle “misure messe in atto” sia da un “sistema sanitario che sta rispondendo”. “Non dobbiamo fermarci ai numeri – ha aggiunto Richeldi – ma sono dati che devono far riflettere e ci incoraggiano nel messaggio che con i nostri comportamenti salviamo delle vite”.

“Mi associo all’importante messaggio del ministro Speranza – ha aggiunto Richeldi -, i dati sono un motivo per continuare a comportarci così, ma anche ad essere più stretti. Visti risultati dobbiamo essere ancora più convinti nel rispetto delle misure. La battaglia è molto lunga, non dobbiamo abbassare la guardia. In particolare il calo dei deceduti e dei ricoveri in terapie intensive danno dati solidi e concreti che si riflettono sulla vita dei cittadini”.

“Con la chiusura tempestiva delle scuole abbiamo salvato tre quarti dell’Italia”, in particolare il centro Sud, da una diffusione del Coronavirus analoga a quella delle regioni più colpite del Nord, ha aggiunto Richeldi spiegando che “i bambini sono un notevole vettore di contagio”.

“I dispositivi di protezione individuale – ha detto ancora il pneumologo – sono una base indispensabile per la protezione degli operatori, ma nelle ultime settimane gli ospedali si sono dotati anche di percorsi dedicati. Non ci aspettavamo così tanti malati e il virus ci ha trovato sguarniti negli ospedali, ora ci sono percorsi pre definiti per i pazienti Covid. Percorsi e procedure sono importanti quanto i dispositivi”.