In Italia è emergenza mutui: crollano le richieste e i redditi delle famiglie

Un report lancia l'allarme per i mutui: nel 2023 crollano le richieste in Italia e i redditi delle famiglie non bastano più per le rate.

In Italia è emergenza mutui: crollano le richieste e i redditi delle famiglie

Crollano i mutui e la spesa per la casa erode i redditi delle famiglie. L’allarme viene lanciato dall’Osservatorio SalvaLaTuaCasa promosso dalla società Save your Home e realizzato insieme a Nomisma. 

Il primo dato evidenziato riguarda i mutui per l’acquisto delle case, che sono crollati del 40% da inizio anno a causa del rialzo del costo del denaro deciso dalla Bce. Su 3,5 milioni di famiglie con un mutuo in corso, per un valore di oltre 430 miliardi, più del 36% ha un mutuo a tasso variabile. E in questi casi la rata raggiunge livelli d’allerta per tutte le fasce di reddito fino a 1.900 euro netti mensili: il peso delle rate supera il 60% del reddito delle famiglie. 

L’allarme di Nomisma sui mutui

Nel rapporto si evidenzia che in un solo anno i tassi sono risaliti ai livelli di dieci anni fa e la “forte frenata delle erogazioni indica un notevole peggioramento nella sostenibilità di rate elevate”. 

Tra il settembre del 2022 e il gennaio del 2023 si registra “fino al 60-70% di erogazioni a tasso variabile, pari a circa 10 miliardi di euro”. Le sostituzioni da tasso variabile a fisso vengono considerate “una soluzione d’emergenza e tardiva rispetto agli aumenti preesistenti, che fissa inevitabilmente le rate mensili su valori elevati e molto meno sostenibili”. 

L’emergenza mutuo per l’acquisto della casa

Quello che emerge è una vera e propria “emergenza mutui”, che si affianca a una diminuzione del reddito disponibile per le famiglie: si stima che il 79% degli italiani abbia un reddito lordo inferiore a 30.000 euro annui e il 31% dei contribuenti non supera addirittura i 10mila euro.

Quindi è molto elevata “la quota di italiani con un budget insufficiente per la gestione delle spese ordinarie e degli imprevisti, con l’aumento dei tassi, risaliti in un solo anno ai livelli di dieci anni fa, che comprime ulteriormente le disponibilità delle famiglie”.