In-sanità italiana

Dalla Redazione

In Italia la Casta è viva e vegeta. Basta raccontare una storia per rendersene conto. Quella (riportata dal Giornale) di due pazienti dell’Umberto I di Roma trasferiti in un’altra stanza per garantire una singola a un senatore, anch’egli ricoverato al policlinico romano. La struttura non ha negato l’accaduto, che risalirebbe a giugno, ma lo giustifica con l’esigenza di tutelare la privacy del parlamentare. Secondo il quotidiano milanese la storia è stata tirata fuori da Roberta Cristofani, apprendista infermiera nel reparto di Medicina Interna.

“Una sera, verso le 20 – ha raccontato su Facebook in una lettera al primario del policlinico, oltre che docente alla Sapienza, Francesco Violi – ho notato una certa agitazione da parte del personale. Due pazienti, senza ricevere alcuna spiegazione, sono stati spostati in stanze in cui erano presenti già altri quattro letti, mentre quella in cui si trovavano loro è rimasta vuota. Lo stato di agitazione continuava: apriamo le finestre, spruzziamo un deodorante, il nuovo letto deve essere perfetto. Il nuovo letto. Uno solo. Io non ho molta esperienza, per questo mi è sembrato naturale chiedere lumi. ‘Domani arriva il senatore. Deve stare in una stanza singola, disposizioni del primario’. Di primo acchito, non ho capito molto di ciò che mi era stato comunicato. Perché mai il senatore dovrebbe stare in una stanza singola? Con la penuria di letti che abbiamo, tra l’altro?”. Domanda lecita quella della studentessa che ha poi aggiunto: “Può anche solo lontanamente immaginare l’umiliazione che ho provato nel comunicare ai due pazienti che occupavano la stanza sgomberata per far posto al senatore che avrebbero dovuto spostarsi? ‘Voi siete malati di serie B, dovete far spazio al malato di serie A’. Quel compito ingrato, me lo lasci dire, sarebbe toccato a lei, professore. Non a una studentessa che non riesce a farsi una ragione di episodi del genere. La prego, con tutto il cuore, di non lasciarmi con la sensazione amara che ‘tutti i pazienti sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri’.

Non si conosce l’identità del senatore. Secondo il Giornale dovrebbe trattarsi di Antonio De Poli che, tuttavia, secondo l’Umberto I non avrebbe ricevuto nessun favoritismo. “Non capiamo quale possa essere stato il privilegio accordato al senatore – ha detto l’ospedale -. La struttura deve farsi carico di garantire, anche in considerazione delle specifiche patologie, la privacy e la sicurezza di tutti i pazienti ricoverati. In casi particolari sono necessarie un’attenzione e una precauzione per motivi assistenziali e non connesse al ruolo. Nessun favoritismo, ma il medesimo trattamento anche quando trattasi di personaggi pubblici incaricati di particolari funzioni che scelgono, indipendentemente dal confort alberghiero, di farsi curare preso il policlinico. Nessun disagio è stato causato ad alcuno se non il pretesto di una incomprensibile strumentalizzazione. L’azienda tutelerà la propria immagine e quella dei suoi professionisti in qualsiasi sede non esclusa quella giudiziaria”.