Indagato il sindaco di Mantova, Mattia Palazzi (Pd): “Favori sessuali in cambio di fondi comunali”. La replica: “Accusa falsa, resto al mio posto”

Ieri i Carabinieri hanno sequestrato documenti, oltre che il computer, il tablet e il telefonino del primo cittadino. Che continua a dirsi estraneo ai fatti

L’accusa è pesantissima: aver richiesto favori sessuali in cambio di fondi comunali.

Il sindaco di Mantova, Mattia Palazzi (Pd), è al centro di una vicenda che coinvolge anche una donna, rappresentante di una associazione culturale, nei confronti della quale gli inquirenti ipotizzano il reato di concussione. Il primo cittadino, però, in base a quanto riportato dalla Gazzetta di Mantova, nega in modo categorico. “Conosco quella donna – ha detto Palazzi al giornale –. L’ho conosciuta per ragioni politiche un anno e mezzo fa, avevamo amicizie in comune. Poi l’ho incontrata alcune volte nel mio ufficio quando era venuta a presentare la sua associazione culturale, l’ultima volta non molti giorni fa. Ma non ho mai avuto rapporti sessuali con lei, tanto meno in cambio di soldi del Comune”.

Nella giornata di ieri, i Carabinieri hanno sequestrato documenti, oltre che il computer, il tablet e il telefonino del sindaco. “È una accusa infamante e falsa – ha aggiunto Palazzi –. Dimostrerò di non aver mai chiesto favori a nessuno. Chiedo alla Procura di sentirmi al più presto. I mantovani devono sapere che il loro sindaco non ha mai chiesto favori a nessuno, tanto meno sfruttando il ruolo di sindaco. Tutti i miei atti amministrativi e tutte le collaborazioni che ho avviato con la mia amministrazione sono avvenute in maniera assolutamente trasparente”. Di dimissioni nemmeno a parlare: “Resto al mio posto”.