Un’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo ha portato alla luce un presunto sistema di finanziamento ad Hamas per circa sette milioni di euro, operato attraverso associazioni di beneficenza attive anche in Italia. L’operazione, coordinata dalla Dda di Genova, ha portato all’arresto di nove persone, tutte destinatarie di custodia cautelare in carcere, e all’applicazione di misure nei confronti di tre associazioni.
Secondo gli inquirenti, il denaro sarebbe stato raccolto e trasferito con operazioni di triangolazione, tramite bonifici e altri strumenti finanziari, verso organizzazioni con sede a Gaza dichiarate illegali dallo Stato di Israele perché ritenute collegate o controllate da Hamas. In alcuni casi, i fondi sarebbero finiti direttamente a esponenti di primo piano dell’organizzazione, tra cui Osama Alisawi, già ministro del governo di fatto di Hamas nella Striscia.
Sette milioni di euro ad Hamas: l’indagine Antimafia e l’arresto del presidente dei Palestinesi in Italia
Tra gli arrestati spicca Mohammad Hannoun, presidente dell’Associazione dei Palestinesi in Italia, che vive da anni a Genova, dove ha sede anche una delle realtà finite sotto la lente degli investigatori. Per la Polizia di Stato, Hannoun sarebbe un “vertice della cellula italiana” di Hamas e un membro del comparto estero dell’organizzazione. Nell’inchiesta emergono numerosi contatti con figure analoghe attive in altri Paesi europei, come Olanda, Francia, Austria e Regno Unito, a dimostrazione di una rete internazionale impegnata nella raccolta fondi, formalmente destinati a scopi umanitari.
Gli investigatori riferiscono anche di rapporti diretti con esponenti di alto livello di Hamas e della partecipazione, nel dicembre 2025, a una riunione in Turchia con figure di primo piano dell’organizzazione. Dalle intercettazioni sarebbero inoltre emerse espressioni di apprezzamento per attentati terroristici.
Nel commentare l’operazione, il procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo Giovanni Melillo e il procuratore di Genova hanno sottolineato che le indagini non riducono la gravità dei crimini commessi contro la popolazione palestinese dopo il 7 ottobre 2023, ma che questi non possono in alcun modo giustificare o attenuare gli atti di terrorismo attribuiti a Hamas. Un chiarimento che prova a separare il piano umanitario da quello giudiziario, mentre l’inchiesta apre uno squarcio inquietante sui canali di finanziamento del terrorismo in Europa.