Intesa batte le stime sui conti e si chiama fuori dal risiko bancario

Intesa Sanpaolo chiude il primo trimestre con conti oltre le stime degli analisti. E l'ad Messina esclude di partecipare al risiko bancario.

Intesa batte le stime sui conti e si chiama fuori dal risiko bancario

Un altro trimestre da record. La corsa di Intesa Sanpaolo non si ferma e con utili netti in aumento del 13,6% a 2,61 miliardi, la banca chiude i primi tre mesi dell’anno battendo anche le stime degli analisti. Dati che portano l’amministratore delegato, Carlo Messina, a garantire che Intesa si terrà fuori dal risiko bancario, evitando rischi e confusione. Per il 2025 l’istituto conferma anche gli obiettivi sui profitti, “ben oltre i 9 miliardi”. Per quest’anno si prevedono ricavi in crescita dopo un inizio eccezionale con “il miglior risultato netto di sempre nel primo trimestre”, come sottolinea Messina.

Lo stesso ad torna a escludere l’ingresso nel risiko bancario, spiegando che “stiamo realizzando importanti sinergie senza bisogno di fare acquisizioni ed evitando i rischi collegati”- Proprio lo stesso Messina ricorda di aver già parlato, in passato, di “grande confusione” in questo risiko finanziario. E ciò che vediamo oggi – prosegue – “aumenta la confusione”. Elementi che lo portano a confermare la sua opinione: “Da noi c’è tanto potenziale e può portare i nostri azionisti a dirci di concentrarci per accelerare su quello che abbiamo”. Insomma, meglio evitare il caos e tenersi alla larga dalla partita.

Trimestre da record per Intesa Sanpaolo

Tornando sui dati, per Intesa Sanpaolo il payout ratio cash si attesta al 70% dell’utile netto consolidato per ogni anno del piano di impresa. Si registra un aumento del dividendo per azione nel 2025 rispetto all’importo dell’anno prima. L’amministratore delegato sottolinea come sia prevista “una delle remunerazioni per gli azionisti più elevate nel panorama bancario europeo”, con la restituzione, quest’anno, di “almeno 8,2 miliardi agli azionisti”, considerando sia i dividendi che il buyback. Proprio a giugno, infatti, è previsto l’avvio di un buyback da 2 miliardi.

Tornando sui conti del primo trimestre, i proventi operativi netti si attestano a 6,8 miliardi, con la crescita delle commissioni nette (a quota 2,4 miliardi) che ha compensato la flessione del margine di interesse. Un lieve calo si registra per i costi operativi, che scendono dello 0,5% a 2,58 miliardi. Sul fronte della solidità patrimoniale, il coefficiente Cet 1 al 31 marzo è pari al 13,3%, con una crescita di circa 45 punti base nel trimestre. L’istituto è in salute e, quindi, la strada da seguire sembra quella della continuità. Senza impelagarsi in operazioni che rischiano di creare tensioni tra gli istituti e anche con il governo, come ha dimostrato il golden power esercitato dal governo su Unicredit per la scalata a Banco Bpm. Il risiko prosegue nel caos, ma senza la partecipazione di Intesa, quindi.