Intesa e quel mistero russo costato 5 miliardi di euro. La banca finanzia l’acquisto del 19% di Rosneft

Intesa Sanpaolo è protagonista di un misterioso affare russo. In pratica Intesa ha messo sul piatto 5,2 miliardi di euro per l’acquisto del 19,5% di Rosneft

Mentre è al centro della partita su Generali, nella parte del predatore-difensore dell’italianità della compagnia, Intesa Sanpaolo è protagonista di un misterioso affare russo, di cui finora in Italia è stato detto poco o niente. A rilanciare dubbi e sospetti, qualche giorno fa, è stato il Financial Times. In pratica Intesa ha messo sul piatto 5,2 miliardi di euro per finanziare una maxioperazione: l’acquisto del 19,5% di Rosneft, il colosso petrolifero russo, da parte di una joint venture costituita da Glencore (gruppo minerario anglo-svizzero) e da Qia (il fondo sovrano del Qatar).

Il dettaglio – La quota rilevata dalla joint venture, complessivamente, vale 10,2 miliardi di euro. Il primo punto messo in discussione dal giornale economico inglese riguarda quello che in prima battuta sembra (ma forse è meglio dire sembrava) il finanziatore unico dell’operazione, ovvero la banca statale russa Vtb, peraltro sotto sanzioni. Da qui la domanda: perché la cessione presentata da Vladimir Putin come un assaggio di privatizzazione, destinata a rimpinguare le casse pubbliche, poggia sulla leva messa a disposizione di una banca pubblica russa? Insomma, il sospetto sarebbe quello di una finta privatizzazione. Poi però il Financial Times racconta di un altro prestito che si è concretizzato lo scorso 3 gennaio. Nel finanziamento dei compratori è intervenuta Intesa Sanpaolo, all’inizio indicata come semplice advisor del Governo russo sulla cessione di una quota di Rosneft. Ca’ de Sass è scesa in campo mettendo sul piatto 5,2 miliardi di euro, quindi circa la metà del valore complessivo del pacchetto comprato da Glencore e Qia. Ma la banca italiana si è spinta su un terreno a dir poco sdrucciolevole. E questo perché non soltanto Vtb è già stata oggetto di sanzioni, ma nella stessa condizione si trova anche Rosneft. Quest’ultimo ostacolo, in realtà, sarebbe stato superato dalla messa a disposizione dei soldi a beneficio di Rosneftgaz, non sottoposta a sanzioni, la holding che detiene la partecipazione di maggioranza in Rosneft.

Il punto – Ma è chiaro che il coinvolgimento nella partita di Intesa sottopone la banca italiana a qualche rischio. Nel frattempo, con questa nuova linfa, Rosneft potrebbe anche rinverdire vecchie passioni italiane. Qualche mese fa, del resto, il colosso russo è entrato in Zohr, il giacimento di gas scoperto dall’Eni in Egitto. E potrebbe rimettere nel mirino un suo vecchio sogno, ovvero Saipem.

Twitter: @SSansonetti