“Questo è un messaggio per tutto il Medio Oriente”. Così ieri Amir Ohana, presidente della Knesset israeliana, ha commentato gli attacchi israeliani su Doha, che hanno preso di mira i leader di Hamas a riuniti nella residenza del capo negoziatore Khalil Al-Hayya, per discutere del piano di pace Usa. Quello stesso piano, che Tel Aviv solo poche ore prima dell’attacco – denominato “Giorno del giudizio” – aveva annunciato di aver accettato…
Scampati i leader del movimento
Secondo fonti di Hamas i vertici del movimento sarebbero sopravvissuti, perché la riunione si è tenuta in una residenza vicina alla casa di Al-Hayya. Secondo il quotidiano Al-Sharq Al-Awsat il luogo in cui si trovavano i leader di Hamas veniva ”occasionalmente utilizzato per ospitare riunioni riservate e ha ipotizzato che la scelta di questa sede potrebbe aver contribuito alla sopravvivenza della maggior parte dei membri della delegazione”.
Tuttavia nell’attacco almeno due leader di Hamas “sono rimasti, mentre il figlio di Al-Hayya e il suo segretario sono stati uccisi”. Oltre a rompere ogni trattativa possibile, il raid aereo di ieri rappresenta “un pericoloso precedente”, come ha sottolineato l’Egitto, perché è stata la prima volta che Tel Aviv ha attaccato il Qatar, considerato base sicura per i negoziati.
Tutto il mondo condanna Israele
Non stupisce quindi la condanna immediata di Israele da aperte della diplomazia mondiale: il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha bollato l’attacco come “una flagrante violazione” della sovranità del Qatar. “In questi minuti ci sono notizie veramente gravi. Tutta la situazione è molto grave”, ha commentato a caldo Papa Leone XIV, “dobbiamo pregare”.
Oltre al Qatar, che ha definito l’azione “codarda” e “una flagrante violazione di ogni diritto internazionale”, anche Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita hanno condannato l’attacco. L’Iran parla di un attacco “estremamente pericoloso” che “costituisce una violazione di tutte le regole del diritto internazionale, e rappresenta una violazione della sovranità del Qatar”. Anche l’Autorità nazionale palestinese ha parlato di “un atto criminale”.
Attacco deciso da Netanyahu e Katz
Dal canto suo, Israele gioisce per il “successo” militare e assicura che l’operazione – decisa in prima persona dal premier Benjamin Netanyahu e dal ministro della Difesa Israel Katz, come reazione all’attentato di Gerusalemme – non era stata concordata con gli Stati Uniti. Il presidente Donald Trump sarebbe stato infatti informato quando i caccia erano già in volo.
Per la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, colpire il Qatar ha messo Trump “molto a disagio”. “Bombardare unilateralmente il Qatar, una nazione sovrana e stretto alleato degli Stati Uniti che sta lavorando duramente, coraggiosamente e correndo rischi per negoziare la pace, non favorisce gli obiettivi di Israele o degli Stati Uniti”, ha detto.
“I terroristi non hanno e non avranno immunità dalla mano pesante di Israele in nessuna parte del mondo”, ha postato su X il ministro di estrema destra Bezalel Smotrich, “Abbiamo preso la decisione giusta e l’esecuzione è stata perfetta da parte dell’Idf e dello ShinBet. Grazie a tutti e a Dio, benedetto Egli sia, che ci dà la forza di fare del bene”.
Interrotta l’udienza del processo a Netanyahu
In una nota diffusa dall’ufficio di Netanyahu si legge che: “Il premier e il ministro della Difesa hanno ritenuto che l’operazione fosse pienamente giustificata, in considerazione del fatto che questa leadership di Hamas è la stessa che ha ideato e organizzato il massacro del 7 ottobre, e non ha mai cessato di lanciare attacchi omicidi contro lo Stato di Israele e i suoi cittadini, inclusa la rivendicazione dell’attentato di ieri a Gerusalemme”.
Un attacco quello di ieri arrivato in un momento particolare per Netanyahu, cioè durante l’udienza a porte chiuse del il processo a suo carico per corruzione. Che è stata interrotta e rinviata. Coincidenze.