L’ufficio di Benjamin Netanyahu ha confermato che il premier israeliano convocherà il gabinetto di sicurezza oggi pomeriggio per discutere i piani di guerra a Gaza. “Il gabinetto dovrebbe approvare l’occupazione militare totale della Striscia”, riferisce il Times of Israel, nonostante il capo di stato maggiore dell’Idf e altri generali dell’esercito abbiano avvertito sui rischi dell’operazione. E nonostante la contrarietà dell’opposizione e dei riservisti.
Le ipotesi di Netanyahu spaventano, scattano le proteste a Roma e a Bruxelles
Un’ipotesi che allarma e spaventa in Italia e in Europa. Durante il question time alla Camera con cui si interrogava il governo sul mancato riconoscimento dello Stato della Palestina, i deputati e le deputate M5S hanno indossato giacche e magliette di colore verde, bianco, rosso e nero con le quali hanno raffigurato la bandiera della Palestina nei banchi a loro riservati.
“L’Italia deve stare dalla parte giusta. I nostri governanti dicono che non bisogna riconoscere lo Stato di Palestina, che non si deve sanzionare Israele, che non si devono stracciare le intese militari con un governo criminale. Noi continueremo a dire che bisogna schierarsi di fronte a un genocidio, a 60mila morti – di cui 18mila bambini – alla volontà di affamare e cancellare un popolo. Oggi in Parlamento il M5S ha voluto rivendicare il diritto di esistere di un popolo, della Palestina: la bandiera ce l’avrebbero tolta, l’abbiamo indossata”, ha scritto sui social il leader M5S, Giuseppe Conte.
L’ambiguità su Gaza del governo Meloni
“Siamo sempre stati favorevoli al riconoscimento dello Stato palestinese, ma vogliamo che questo Stato nasca su basi solide. Il riconoscimento deve rappresentare il punto di arrivo di un processo di pace negoziato tra le parti che presuppone la completa uscita di scena di Hamas, il raggiungimento della piena unità palestinese sotto la guida dell’Anp e il mutuo riconoscimento delle due parti”, ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, al question time col solito equilibrismo e la solita ambiguità.
La denuncia di Avs alla Cpi contro l’esecutivo italiano
Alleanza Verdi e Sinistra intanto fa sapere che invierà una denuncia all’ufficio della procura della Corte penale internazionale (Cpi) contro il governo italiano per “complicità nei crimini internazionali commessi a Gaza”. “Le dichiarazioni di Abodi sono una vergogna”, ha dichiarato Nicola Fratoianni di Avs commentando le parole del ministro dello sport, Andrea Abodi secondo cui la partita di qualificazione per i mondiali Italia-Israele “è giusto che si giochi” e che l’esclusione della Russia dalle competizioni sportive è avvenuta perché, a differenza di Israele, Mosca “è un Paese aggressore”.
Ma la pressione su Israele cresce anche in Europa. Quello che accade a Gaza “non può più essere considerata una semplice emergenza: vi sono prove evidenti che si sta consumando un genocidio. Finora la Commissione e il Consiglio europeo non hanno reagito con l’urgenza e la determinazione che i nostri trattati, i nostri valori e le nostre responsabilità richiedono”, hanno scritto in una lettera indirizzata a Ursula von der Leyen, Antonio Costa e Kaja Kallas, i gruppi dei Socialisti, Verdi e The Left.
La lettera di Socialisti, Verdi e The Left per chiedere lo stop all’accordo con Israele
Nella lettera i tre gruppi chiedono di garantire gli aiuti a Gaza, di applicare “un embargo alle armi” per Israele e di “sospendere l’accordo di associazione” con lo Stato ebraico. Nella lettera si chiede di estendere le sanzioni ai coloni della Cisgiordania e di vietare il commercio di beni provenienti dai territori occupati, garantire l’accesso umanitario senza ostacoli e ripristinare il pieno mandato e finanziamento dell’Unrwa.
Si chiede inoltre di riaffermare l’impegno dell’Ue a favore di una soluzione a due Stati, con misure politiche concrete per la sua realizzazione. “Non possiamo permetterci ulteriori ritardi. Non possiamo permetterci ulteriori spargimenti di sangue. La storia non perdonerà il silenzio di fronte alle sofferenze di massa e all’impunità. L’Unione europea deve assumersi le proprie responsabilità e agire ora”.