Istat, nel 2018 peggiora il rapporto deficit-Pil al 2,2%. Pressione fiscale al 41,8%, in miglioramento rispetto al 42,1% stimato ad aprile

Sulla base delle informazioni aggiornate, l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è stato pari nel 2018 a -2,2% (-2,4% l’anno precedente). In valore assoluto l’indebitamento è di -38.551 milioni, in diminuzione di circa 3,5 miliardi rispetto a quello dell’anno precedente. Così l’Istat che ha diffuso la revisione generale quinquennale dei conti economici nazionali. Il saldo primario (indebitamento netto al netto della spesa per interessi) è positivo e pari a 26.111 milioni, con un’incidenza sul Pil dell’1,5% (+1,3% nel 2017). Il saldo di parte corrente (risparmio o disavanzo delle AP) è positivo e pari a 16.046 milioni (17.608 milioni nel 2017).

Tale peggioramento è il risultato di un aumento delle entrate correnti di circa 15,8 miliardi e di un aumento delle uscite correnti di circa 17,4 miliardi. Nel 2018 le entrate totali delle Amministrazioni pubbliche sono aumentate dell’1,6% rispetto all’anno precedente. L’incidenza sul Pil è pari al 46,2%. Le entrate correnti hanno registrato una crescita del 2%, risultando pari al 46% del Pil. In particolare, le imposte indirette sono aumentate del 2,3% in virtù, principalmente, della crescita del gettito Iva e Irap. Le imposte dirette sono risultate in calo (-0,6%), a causa della flessione dell’Ires e delle imposte sostitutive, in parte compensata dall’aumento dell’Irpef.

I contributi sociali effettivi hanno segnato un incremento (+4,3%) rispetto al 2017 anche per effetto dei rinnovi dei contratti dei dipendenti pubblici. La decisa diminuzione delle entrate in conto capitale (-41,8%) è dovuta sia alle imposte in conto capitale sia alle altre entrate in conto capitale. La pressione fiscale complessiva è risultata pari al 41,8 %, invariata rispetto all’anno precedente. Nel 2018 le uscite totali delle Amministrazioni pubbliche sono aumentate dell’1,1% rispetto al 2017. In rapporto al Pil sono risultate pari al 48,4%. Al loro interno, le uscite correnti sono aumentate del 2,2%. In particolare, i consumi intermedi sono cresciuti dell’1,5% e i redditi da lavoro dipendente del 3,3% (+0,5% nel 2017).

Le prestazioni sociali in denaro sono aumentate del 2,2% (+1,5% nel 2017), guidate soprattutto dalle prestazioni pensionistiche (+2%). Le altre uscite correnti sono aumentate del 4%. Gli interessi passivi sono diminuiti dell’1% dopo la riduzione dell’1,4% nel 2017. Le uscite in conto capitale sono diminuite dell’11,8% per effetto del calo dei trasferimenti in conto capitale a imprese che nel 2017 incorporavano le operazioni riguardanti le banche in difficoltà, in parte compensato dalla crescita dei contributi agli investimenti. Gli investimenti fissi lordi sono aumentati dello 0,1% dopo due anni di caduta (-3,2% nel 2016 e -2,4% nel 2017).