Italia preda dei tombaroli

di Antonio Rossi

Il patrimonio culturale italiano è una calamita per i tombaroli. Gli scavi clandestini, che privano lo Stato di beni inestimabili e fanno la fortuna di mercanti d’arte criminali, nell’ultimo anno sono cresciuti del 32%.

L’allarme
Un brutto segnale, nonostante i furti di beni culturali nel 2013 siano invece crollati del 24%, passando da 891 del 2012 a 676. Un dato emerso in occasione del bilancio sull’attività svolta stilato dal comando tutela patrimonio culturale dei carabinieri, lo speciale reparto dell’Arma impegnato a contrastare il crimine legato all’arte, presentato ieri a Roma dal comandante, il generale Mariano Mossa, e dal ministro dei beni culturali, Dario Franceschini. Le regioni più colpite dai tombaroli sono state il Lazio, la Sardegna e la Sicilia. L’ufficiale ha specificato che le chiese si sono confermate l’obiettivo principale dei ladri, anche se c’è stata una “decisa flessione dei furti”, passando dai 424 del 2012 a 295.  Nei musei invece il numero di razzie è rimasto invariato: 21 sia lo scorso anno che nel 2012. Scesi a 273 da 353 i furti nelle abitazioni private. Le regioni che hanno subito il maggior numero di furti sono poi state il Lazio, la Lombardia e la Toscana. Per quanto riguarda l’attività repressiva, lo scorso anno il comando tutela patrimonio culturale ha denunciato all’autorita’ giudiziaria 1260 persone, mentre nel 2012 le denunce erano state soltanto 1150. Denunce aumentate così del 9,5%.

Il bilancio

I beni culturali recuperati dagli investigatori dell’Arma sono più che triplicati, passando da 55.227 unita’ a 189.587, escludendo quelli archeologici. Il numero dei soli reperti archeologici integri e di monete recuperate è infatti più che raddoppiato: da 24.172 nel 2012 a 52.270 nel 2013. “Questi dati sono veramente importanti”, ha detto soddisfatto il neoministro Franceschini. “Sono numeri – ha proseguito il titolare del Mibac- che collocano il comando Tpc tra le eccellenze del nostro Paese.   Con la qualità del lavoro del comando e le nuove tecnologie – ha concluso il ministro dei beni artistici e culturali- saranno tempi difficili per ladri e ricettatori”. Per ora però resta la piaga dei tombaroli, che rende l’Italia culturalmente sempre più povera.