L’Italia rischia 30mila infetti ogni 24 ore a Natale. Il nostro Paese è tra i più virtuosi in Europa. Ma preoccupa il trend di crescita dei contagi registrato nelle ultime settimane

Sebbene l’Italia rientri nei Paesi classificati “a bassa preoccupazione” secondo il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), non c’è da star sereni.

L’Italia rischia 30mila infetti ogni 24 ore a Natale. Il nostro Paese è tra i più virtuosi in Europa. Ma preoccupa il trend di crescita dei contagi registrato nelle ultime settimane

Sebbene l’Italia rientri nei Paesi classificati “a bassa preoccupazione” secondo il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), non c’è da star sereni. “Ogni settimana aggiungiamo un paio di migliaia di casi alla media giornaliera. Di questo passo arriveremo a 20-30mila a Natale”.

DATI IN RISALITA. A dirlo è Roberto Battiston, astrofisico di fama, è anche direttore dell’osservatorio epidemiologico sul Covid all’università di Trento. La situazione in Italia è in lento ma stabile peggioramento. Ed in effetti, numeri alla mano l’indice Rt è salito a 1,21 contro l’1,15 della scorsa settimana, mentre l’incidenza settimanale schizza a 78 casi per centomila, contro i 53 di 7 giorni fa. E’ quanto emerge dalla cabina di monitoraggio ministero della Salute-Iss.

Nell’analisi su base settimanale si nota come l’incidenza su sette giorni continua ad aumentare: 78 per 100mila abitanti contro 53 per 100mila abitanti della scorsa settimana. Continuano a salire anche i tassi di occupazione delle aree mediche e delle terapie intensive per la nuova ondata Covid: “Il tasso di occupazione in terapia intensiva – sottolinea l’Iss – è al 4,4 per cento contro il 4,0 per cento. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 6,1 per cento contro il 5,3 per cento al 28/10”.

REGIONI TUTTE IN BIANCO. I valori si mantengono comunque sotto la soglia di allerta fissata al 10 per cento e al 15 per cento. Così l’Italia resta ancora tutta in bianco, malgrado tutti i parametri Covid siano in netta crescita. Nessuna regione, infatti, ha superato i tre parametri per la zona gialla, ossia l’occupazione delle aree mediche oltre il 15 per cento, quella delle terapie intensive oltre il 10 per cento e l’incidenza settimanale oltre 50 casi per centomila. Ma tutte, eccetto la Calabria, sono classificate a rischio moderato, con il Friuli Venezia Giulia ad alta probabilità di progressione a rischio alto (leggi l’articolo).