Italia travolta dalla terza ondata. Ma Salvini pensa solo alla Pasqua. Matteo di lotta e di governo, stesso copione di Natale. Delirio delle Regioni: scuole chiuse e ristoranti aperti

Italia travolta dalla terza ondata. Ma Salvini pensa solo alla Pasqua. Matteo di lotta e di governo, stesso copione di Natale. Delirio delle Regioni: scuole chiuse e ristoranti aperti

Sarà anche questo un Dpcm, acronimo ormai noto di “Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri”, e non un decreto legge, che deve essere convertito in legge dal Parlamento: esattamente lo strumento normativo usato nella precedente legislatura per imporre nuove restrizioni, divieti e misure di prevenzione legate alla pandemia.

Ma la tanto attesa discontinuità e il “cambio di passo” non solo non si sono palesati nella forma ma neanche nella sostanza: come anticipato mercoledì dal ministro della Salute Roberto Speranza nelle comunicazioni in Parlamento sulle ulteriori misure per fronteggiare l’emergenza Covid in vigore dal 6 marzo al 6 aprile, la ratio sarà la “salvaguardia del diritto alla salute”.

A cambiare, come ha confermato la ministra per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini nel corso dell’incontro di ieri con le regioni, saranno i tempi: “Le nuove eventuali misure di chiusura non scatteranno più dalla domenica, ma dal lunedì successivo, così aiutiamo anche le attività economiche che non perderanno il week end di lavoro”.

Resterà anche il sistema a fasce di colori: “Finora è stato scongiurato un lockdown generalizzato e questo deve essere l’obiettivo principale anche per le prossime settimane e per i prossimi mesi”. La ministra Gelmini ha anche anticipato che si sta lavorando “per una graduale riapertura dei luoghi di cultura”. A tal proposito, il ministro Dario Franceschini ha avviato un confronto con il Cts per far in modo che, superato il mese di marzo, si possano immaginare riaperture con misure di sicurezza adeguate.

Si lavora ad un protocollo preciso e rigido che dovrebbe prevedere anche l’uso delle mascherine, il distanziamento in sala, la misurazione della temperatura, biglietti personali e sale sanificate. È un percorso, non è un risultato ancora acquisito ma gli spiragli ci sono, niente da fare invece, per le cene al ristorante: nonostante l’asse Salvini-Bonaccini al ristorante e bar in zona gialla si potrà andare solo di giorno, come ancora lontana è la possibilità di andare in palestra o in piscina.

Al momento il Cts, visto l’andamento dei contagi, non ritiene opportuno allentare le restrizioni in questi settori. Scontata anche l’estensione del divieto di spostamento tra regioni, in scadenza il 5 marzo: niente rientri a casa per le festività pasquali, dunque, visto che il provvedimento in via di formulazione scadrà dopo Pasquetta. Come avvenuto con il Natale, il governo vuole evitare esodi e riunioni familiari per scongiurare una ripresa della circolazione del virus, anche in virtù della preoccupazione legata alle varianti.

Decisione che non è andata giù al leader della Lega che ieri mattina, in un punto stampa davanti al Senato, ha ribadito come sia “Poco rispettoso parlare oggi di chiusure a Pasqua: i sindaci di tutta Italia e di tutti i colori politici chiedono di riavviare alcune attività economiche, sociali e imprenditoriali che non comportano nessun rischio”, attirandosi il biasimo del segretario dem Zingaretti: “Vedo che, sulla pandemia, Salvini purtroppo continua a sbagliare e rischia di portare fuori strada l’Italia, quello che è irrispettoso per gli italiani e gli imprenditori è mettere a rischio le loro vite e prolungare all’infinito la pandemia e quindi la possibilità di avere la ripresa economica. Buon senso e coerenza è avere una linea indicata dal governo e rispettarla”, ha osservato.

Altro fronte caldo, stavolta fra governo centrale e regioni, è quello sulla scuola: nel corso del vertice di ieri, a cui era presente anche Speranza, da Veneto, Puglia, Friuli Venezia Giulia e Campania, è arrivata la richiesta di far valutare al Cts l’impatto che ha la scuola in presenza nell’attuale situazione epidemiologica, dove la circolazione delle varianti potrebbe far partire la terza ondata. è stato il governatore pugliese Michele Emiliano a proporre di tenere le scuole chiuse fino a che tutti gli insegnanti non saranno vaccinati, ponendo interrogativi sulla responsabilità giuridica dei presidenti in caso di mancata tutela della sicurezza sul lavoro degli insegnanti.

“Il Cts ci deve dire perché altre forme di aggregazione sono pericolose e questa no. Noi non siamo in grado di esprimere una valutazione”, ha polemizzato dal canto suo il presidente del Veneto, Luca Zaia. “Sulle chiusure si valuterà giorno per giorno la situazione epidemiologica”, avrebbe detto il ministro della Salute, mentre più tranchant è stata la Gemini: “Chiedere la riapertura delle attività economiche e la chiusura delle scuole è una contraddizione di fondo’’.