Italia, un Paese in sovrappeso: sei morti per obesità ogni ora. La patologia pesa 4,5 miliardi sulla sanità. Ma non si fa niente per aiutare la prevenzione

Ben 57mila decessi all’anno. Sono alcuni dei numeri che verranno presentati alla tavola rotonda “Obesità: malattia negletta”

I dati sono clamorosi. Più di un terzo della popolazione adulta italiana è in sovrappeso (35,3%), poco meno di una persona su dieci è obesa (9,8%) e a causa di complicanze legate a questa malattia una persona ogni 10 minuti muore: 57mila decessi all’anno e oltre mille a settimana. Sono alcuni dei numeri che verranno presentati alla tavola rotonda “Obesità: malattia negletta”, in vista dell’European Obesity Day (Eod) 2017 di sabato 20 maggio. Ma c’è di più. Perché accanto al dato riferito alla popolazione, c’è la ricaduta economica. Secondo gli esperti l’impatto dei sei milioni di obesi italiani sul Servizio sanitario nazionale è pari a 4,5 miliardi di euro. Insomma, al di là del problema medico e sanitario, l’obesità rappresenta un costo significativo per il Ssn: si calcola che nel 2012 questa condizione sia stata responsabile del 4% della spesa sanitaria italiana.

Regioni ferme – “L’obesità è una malattia curabile – afferma Michele Carruba, direttore del Centro di studio e ricerca sull’obesità dell’università degli Studi di Milano – ed è pertanto necessario avviare una serie di attività volte da un lato a sensibilizzare la popolazione sull’importanza della prevenzione, dall’altro a rendere consapevole la classe politica e dirigente che affrontare l’epidemia di obesità è ormai necessario e non più procrastinabile”. Affinché questo sia possibile – suggeriscono gli specialisti – bisogna partire dalla creazione delle Obesity unit, centri di riferimento con un approccio multidisciplinare dove il paziente obeso possa essere seguito in tutti gli aspetti della cura da esperti dietologi  agli psicologi, per una presa in carico a 360 gradi. In quest’ottica il Veneto è stata la prima regione ad istituire un Percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta) per la presa in carico del paziente obeso.

Bimbi a rishio – Il problema peraltro tocca anche i più piccoli. Sono diminuiti del 13% in meno di 10 anni i bambini obesi e in sovrappeso nel nostro Paese. Ma l’Italia resta maglia nera. I numeri, seppure confermino la lenta, ma costante diminuzione del fenomeno – come emerge dal Sistema di sorveglianza Okkio alla Salute, promosso dal ministero della Salute – non fanno avanzare l’Italia nella classifica dei peggiori Paesi Ue per obesità infantile, come dimostra la Childhood Obesity Surveillance Initiative dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.