Italia Viva a picco, psicodramma tra i peones. Il caso manda nel panico i parlamentari che sentono evaporare i seggi. Col partito inchiodato al 2% i vertici rispolverano il progetto del grande centro con Calenda e Toti

Dopo appena due anni dalla creazione, Italia Viva è già un flop su cui sono più gli interrogativi che le certezze.

Italia Viva a picco, psicodramma tra i peones. Il caso manda nel panico i parlamentari che sentono evaporare i seggi. Col partito inchiodato al 2% i vertici rispolverano il progetto del grande centro con Calenda e Toti

Dopo appena due anni dalla creazione, Italia Viva è già un flop su cui sono più gli interrogativi che le certezze. Lo sanno bene i tanti peones del partito di Matteo Renzi che si sono già risvegliati dal sogno di un partito capace di dominare la scena politica ma che, allo stato dei fatti, non ha mai sfondato e anzi è finito per adagiarsi su un misero 2% che non fa presagire nulla di buono. Del resto con certe cifre diventa complicato, per la truppa di fedelissimi del senatore toscano, riuscire a restare in Parlamento.

E così proprio mentre infuoca la corsa al Quirinale e Italia Viva fa sentire tutto il suo peso, potendo contare su una pattuglia di 43 parlamentari, in tanti iniziano a guardarsi intorno per farsi trovare pronti a ciò che succederà. Compromessi i rapporti con il centrosinistra e decisi a non farsi sottomettere dai sovranisti della destra, ecco rispuntare il progetto del grande centro su cui sono pressoché giornalieri gli ammiccamenti di Carlo Calenda, leader di Azione, e a cui guarda con interesse anche il governatore ligure e leader di Coraggio Italia, Giovanni Toti.

INIZIANO LE MANOVRE. Per molti si tratta di fantapolitica ma che qualcosa bolla in pentola lo si capisce proprio dalle dichiarazioni – e dalle aperture – di importanti esponenti di Italia Viva. A farlo capire è il deputato Ettore Rosato secondo cui si può valutare di mettere da parte il partito per “occupare uno spazio che si sta allargando fra chi non vuole stare a sinistra coi 5 Stelle, chi non vuole stare a destra con la Meloni e chi ha supportato Mario Draghi”.

Manovre che lo stesso vicepresidente della Camera, come riporta l’Espresso, rimanda alla primavera ossia dopo “la nomina del Capo dello Stato” a seguito della quale si potrà capire “se quest’idea ha successo”.

A drizzare le orecchie verso il nuovo progetto politico che potrebbe partire già dalla prossima Leopolda è anche il deputato di Italia Viva, Mauro Del Barba (nella foto). Non si tratta di un nome tra i tanti ma di uno dei big del partito, tanto da rivestire il ruolo di tesoriere alla Camera, convinto che si possa archiviare l’attuale panorama politico e che “gli ingredienti ci sono per varare un partito di centro che superi il bipopulismo, erede del bipolarismo. Non è nostra intenzione fare una messe di scontenti” perché in quel caso “sarebbe una impresa asfittica, inutile e oserei definirla dannosa”.

Leggi anche: La macchina del fango di Italia Viva. Balle montate ad arte sul M5S. Una complessa strategia mediatica doveva demolire la credibilità dei pentastellati.