Davanti alle tensioni tra India e Pakistan, scaturite dall’attentato terroristico nel Kashmir – che, secondo il governo di Nuova Delhi, sarebbe stato favorito, se non addirittura organizzato, dalle autorità di Islamabad – soffia con forza il vento di guerra tra le due potenze nucleari asiatiche che, ormai da dodici giorni, si scambiano colpi di artiglieria al confine.
Una grave crisi diplomatica che rischia di sfociare in un conflitto armato, che il segretario generale dell’ONU, António Guterres, vuole evitare a ogni costo, al punto da dichiarare che le Nazioni Unite sono “pronte a sostenere qualsiasi iniziativa che promuova la de-escalation, la diplomazia e un rinnovato impegno per la pace” tra India e Pakistan, le cui tensioni “sono ai livelli massimi da anni” a seguito “del terribile attacco terroristico di Pahalgam del 22 aprile”, in cui hanno perso la vita 26 civili indiani.
Kashmir conteso, tra India e Pakistan è in corso l’escalation militare al confine. Appello dell’Onu a fermare le ostilità e tornare a trattare per evitare la guerra
L’auspicio del leader delle Nazioni Unite è quello di “evitare uno scontro militare che potrebbe facilmente sfuggire al controllo” e ribadisce che “è il momento di usare la massima moderazione e di fare un passo indietro rispetto al baratro”, perché “una soluzione militare non è una soluzione”.
Parole distensive che, però, non fermano né lo scambio di colpi lungo il confine tra i due eserciti, né il continuo rimpallo di responsabilità su quanto sta accadendo tra le autorità indiane – sempre più convinte che l’attentato sia stato orchestrato da Islamabad – e quelle pakistane, che negano ogni coinvolgimento e accusano Nuova Delhi di attuare “misure unilaterali e dichiarazioni pubbliche provocatorie” che “aumentano significativamente il rischio di uno scontro militare”.