Kosovo, la tensione resta altissima. La Nato invia 700 soldati

La Nato condanna gli attacchi contro le truppe della Kfor in Kosovo. Stoltenberg: "In arrivo un altro battaglione in stato di massima prontezza".

Kosovo, la tensione resta altissima. La Nato invia 700 soldati

La Nato ha condannato fermamente gli attacchi contro le truppe della Kfor nel nord del Kosovo, che hanno provocato il ferimento di 25 soldati, 14 dei quali italiani. La portavoce dell’Alleanza atlantica, Oana Lungescu, ha affermato che tali attacchi sono del tutto inaccettabili e che la violenza deve cessare immediatamente.

La Nato condanna gli attacchi contro le truppe della Kfor in Kosovo. Stoltenberg: “In arrivo un altro battaglione in stato di massima prontezza”

Ieri il segretario generale dell’Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg, ha annunciato che la Nato dispiegherà altri 700 soldati in Kosovo. “La missione Nato in Kosovo (Kfor) – ha detto Stoltenberg – adotterà tutte le azioni necessarie per garantire un ambiente sicuro a tutti i cittadini del Kosovo abbiamo deciso di dispiegare altri 700 uomini della Forza di riserva operativa per i Balcani occidentali e di mettere un altro battaglione in stato di massima prontezza in modo che possa essere dispiegato se necessario”.

“Chiediamo a tutte le parti di astenersi da azioni che alimentano ulteriormente le tensioni”

“Chiediamo a tutte le parti di astenersi da azioni che alimentano ulteriormente le tensioni e di impegnarsi nel dialogo. Kfor intraprenderà tutte le azioni necessarie per mantenere un ambiente sicuro e protetto e continuerà ad agire in modo imparziale, in conformità con il suo mandato ai sensi della risoluzione 1244.1999 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”, ha affermato Lungescu.

La Kfor ha confermato che circa 25 soldati di questa missione sono rimasti feriti a Zveçan, durante le proteste dei cittadini serbi e che attualmente sono sotto osservazione da parte del personale medico che ne sta valutando le condizioni. “Circa 25 feriti dal contingente multinazionale opponendosi alle proteste della folla, alcuni militari del contingente italiano e ungherese della Kfor sono stati oggetto di attacchi non provocati e hanno riportato ferite traumatiche con fratture e ustioni per l’esplosione di ordigni incendiari”, ha scritto la Kfor.

Molti serbi si sono nuovamente radunati davanti al municipio di Zveçan

Intanto nel nord del Kosovo la tensione resta altissima con centinaia di persone di etnia serba che si sono nuovamente radunate davanti al municipio dopo gli scontri con le forze di pace di lunedì scorso. I soldati della Kfor hanno formato un anello intorno all’edificio municipale di Zvecan e hanno inoltre assicurato il perimetro con una recinzione metallica e filo spinato.

La minoranza etnica serba del Kosovo ha boicottato le elezioni locali nel nord del Paese ad aprile, consentendo all’etnia albanese di assumere il controllo dei consigli locali nonostante un’affluenza esigua, inferiore al 3,5%. Molti serbi chiedono il ritiro delle forze speciali di polizia del Kosovo e dei sindaci di etnia albanese che non considerano loro veri rappresentanti. I manifestanti hanno esposto un’enorme bandiera serba che si estendeva per oltre 200 metri dal municipio al centro di Zvecan. Tre veicoli della polizia speciale del Kosovo di etnia albanese – la cui presenza suscita polemiche nelle aree settentrionali a maggioranza serba – sono rimasti parcheggiati fuori dall’edificio.

Tajani: “L’Italia è fortemente impegnata. Non sono emerse responsabilità della Serbia”

“È inaccettabile l’attacco ai nostri militari” ha detto il vicepresidente e ministro degli e Esteri, Antonio Tajani, riferendosi a quanto accaduto lunedì in Kosovo. “Io – ha proseguito Tajani – sono in contatto continuo con l’ambasciatore, ho parlato con il generale Figliuolo che è lì, con il ministro Crosetto”. Da parte italiana c’è “una strategia politica per favorire un accordo politico fra le parti, applicare quello che era stato raggiunto con la mediazione europea”.

“La Nato e i nostri militari rimarranno a garanzia di stabilità e per impedire il deterioramento della situazione” ha ribadito Tajani annunciando che “si farà il punto” nel vertice Nato a Oslo che si terrà oggi e domani. “Al momento – ha aggiunto il vice premier – non ci sono responsabilità della Serbia. Ho chiesto al primo ministro kosovaro di sospendere l’insediamento dei sindaci che rappresentano la popolazione di lingua albanese in quella parte del Kosovo proprio per evitare tensioni. Serve grande prudenza e grande moderazione. Sono due Paesi candidati a far parte dell’Ue. Dobbiamo far si che il percorso sia positivo. Ma così si rischia di allontanare anche per quanto riguarda il Kosovo la partecipazione all’Ue”.

“I nostri militari rimarranno a garanzia di stabilità e per impedire il deterioramento della situazione”

Tajani ha sottolineato che “essere membro dell’Ue richiede determinate scelte. Quindi, invito alla calma e alla pace. Ma basta con iniziative unilaterali che possano provocare incidenti e possono rendere più complicata la situazione nei Balcani”. Il ministro degli Esteri ha ribadito, infine, che “L’Italia è fortemente impegnata. Fa parte del quintetto che lavora per la pace e la stabilità. Ieri il nostro ambasciatore a Belgrado ha partecipato anche all’incontro con il presidente Vucic. Ripeto non sono emerse responsabilità della Serbia”.

 

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