La bad bank è una bufala. E i mercati se ne sono accorti. L’accordo Ue annunciato da Padoan è una scatola vuota

di Monica Tagliapietra

Hanno cercato di imbrogliare i mercati e i mercati hanno reagito violentemente. Il nuovo crollo arrivato ieri, proprio dopo l’accordo tra Roma e Bruxelles sulle banche, è la prova che il trucco è già stato scoperto. L’accordo strappato dal ministro Pier Carlo Padoan è infatti microscopico. E le garanzie che si sperava arrivassero sulla montagna di crediti bancari difficili o impossibile da recuperare, di fatto non ci sono. Scoperto così che dietro gli annunci trionfalistici non c’era niente di concreto, ecco che sono tornate le vendite a raffica. E Piazza Affari ha collezionato un’altra giornata di panico, perdendo a fine seduta il 3,49%.

SLOT MACHINE – Al sostanziale fallimento della trattativa europea sulla bad bank – cioè la possibilità di stornare dai bilanci delle banche il monte dei crediti poco esigibili – si aggiunge infatti una crescente presa di coscienza della bolla venutasi a creare proprio su queste sofferenze. Una voragine che gli istituti hanno cercato e continuano a cercare di nascondere, forti delle rassicurazioni piovute in tal senso persino dal presidente della Bce, Mario Draghi. La situazione è su livelli fisiologici, ha detto il capo della Banca centrale, ma in realtà a questa versione sono sempre gli operatori che ci credono. Ed ecco la volatilità, con le forti vendite e inevitabili rimbalzi che stanno trasformando le Borse terrificanti in montagne russe.

PRESA IN GIRO – La percezione che l’Europa sia riuscita a creare una nuova trappola per l’Italia è dilagante. La posizione del commissario Ue Margrethe Vestager era stata chiara dal principio, così come l’evidente incapacità del nostro Paese di battere davvero i pugni sul tavolo e garantire alle nostre banche le stesse opportunità date in passato alle concorrenti tedesche o spagnole. Invece, il progetto della nostra bad bank è stato smontato pezzo a pezzo. Con la scusa di non consentire una sorta di nuovo aiuto di Stato, si è detto no alla bad bank e autorizzata la possibilità di far nascere tante mini bad bank, con meccanismi inadeguati già in partenza. Volendo sintetizzare al massimo, si potrebbe dire che si sono create le condizioni per fare l’ennesimo annuncio, senza però riempire quest’ultimo di contenuti efficaci e concreti. Se per la politica può andare bene così, per i mercati si è trattato di una solenne presa in giro. E i mercati sanno bene come restituire una scortesia. Tanto che i crolli di ieri mettono ora il Governo con le spalle al muro. Bruciati nelle sole prime settimane dell’anno tutti i guadagni del 2015, se i titoli bancari non riprenderanno fiato – e con loro tutta la Borsa – sarà difficile centrare gli obiettivi di crescita del 2016. Un guaio grosso, al quale Bruxelles risponderebbe imponendoci nuovi sacrifici. Anche alle aspettative elettorali di Renzi.