La Bce di Draghi apre i forzieri

Di Carola Olmi

I forzieri della Bce si apriranno già oggi. E nessuno sa quanto le banche italiane quanto ce n’era bisogno. Dopo anni di credit crunch oggi sarà assegnata la prima tranche di finanziamento con Tltro (Targeted Long Term Refinancing Operation), il nuovo strumento vincolato messo in campo da Mario Draghi a inizio giugno per contrastare i rischi di deflazione dell’area dell’euro e sbloccare finalmente la congiuntura. Per il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, è “realistico” pensare che le banche italiane possano ottenere circa 37 miliardi dalle prime due operazioni e secondo il Governatore di Banca d’Italia, Ignazio Visco, le aste potranno avere un impatto benefico sul Pil italiano dello 0,5% se ci sarà pieno utilizzo.

MAXI ASTE
L’agenzia Fitch Ratings ha però dubbi sull’efficacia dell’operazione: difficilmente, ha sottolineato la società, che queste operazioni riescano da sole a far ripartire il credito nei Paesi dell’Europa meridionale, anche se l’iniziale richiesta di fondi sarà elevata. In buona parte, dice Fitch, i prestiti “potrebbero essere utilizzati per sostituire gli esistenti prestiti Ltro con scadenza gennaio e febbraio 2015, e per rifinanziare altro funding all’ingrosso”. Le due aste a tre anni (Ltro) varate dalla Bce nel dicembre 2011 e febbraio 2012 (mille miliardi lordi) non avevano, infatti, alcun tipo di vincolo e, se da un lato hanno evitato la discesa nel baratro dell’Eurozona, dall’altro sono state utilizzate in gran parte per acquistare titoli di Stato. La successiva asta Tltro si svolgerà l’11 dicembre con un potenziale in liquidità per le banche dell’area dell’euro di 400 miliardi quest’anno, il 7% del portafoglio in essere a fine aprile 2014 in prestiti al settore privato non finanziario (imprese e famiglie) escluso il comparto immobiliare per evitare rischi di “bolle” (molto temute da Berlino). Le aste Tltro si ripeteranno, con altre sei operazioni trimestrali, per un periodo di due anni al settembre 2016 fino ad erogare un massimo di mille miliardi (nell’ipotesi più virtuosa, in cui le banche aumentino effettivamente i prestiti al settore privato).

L’ITALIA C’È
Le principali banche italiane si sono già messe in coda allo sportello dell’Eurotower: Intesa Sanpaolo chiederà 13 miliardi circa (nelle due prime aste), UniCredit 14 miliardi, Monte dei Paschi 6 miliardi, Mediobanca 1,6 miliardi (nella prima), Banco Popolare 3,8 miliardi, Ubi Banca 3 miliardi (nella seconda), Bper 2 miliardi, Credem 700 milioni.