di Monica Tagliapietra
La Banca centrale europea taglia i tassi, ma le banche non solo non ne tengono conto, ma al contrario alzano il costo di prestiti e mutui. Una situazione paradossale, che si associa a un’ulteriore stretta del credito nei confronti delle famiglie. A rilevarlo è la Banca d’Italia, che ieri ha diffuso i nuovi dati sulle principali voci dei bilanci bancari del mese di settembre. E qui, delle promesse dei banchieri, anche nel corso della recente giornata mondiale del Risparmio, non si trova traccia. Anzi! Secondo le statistiche di Bankitalia, sembra stabilizzarsi il calo dei prestiti.
Erogazioni ko
Il totale delle erogazioni, che sommano i finanziamenti concessi a famiglie, società non finanziarie, imprese assicurative, fondi pensione e altre istituzioni finanziarie, hanno fatto registrare un calo del 3,5% su base annua. Una contrazione – identica a quella del mese precedente – che può esssere letta come un primo stop alla crescita del credit crunch (che prosegue ininterrotta dallo scorso mese di febbraio), ma che certo non misura un’invesrione di rotta. Nel dettaglio, i prestiti alle famiglie sono diminuiti dell’1,1% su base annua (il calo era stato dell’1,2% ad agosto), mentre quelli alle società non finanziarie sono scesi del 4,2%, in ripresa dal -4,6% del mese precedente.
Più sofferenze
I tassi di interesse sui mutui alle famiglie per acquisto abitazione sono saliti invece a settembre rispetto al mese precedente, attestandosi a 3,97% contro il 3,93% di agosto. Erano al 4,10% a settembre del 2012. In lieve flessione invece i tassi sul credito al consumo, passati dal 9,64% di agosto al 9,52% di settembre. Per quanto riguarda la raccolta, frena la crescita dei depositi del settore privato, mentre sale leggermente (+22,8%) il tasso di crescita delle sofferenze. Era al 22,3% ad agosto.
Euribor già a zero
Invisibili, dunque, i benefici del recente taglio operato dalla Bce sul costo del denaro, con il tasso sceso allo 0,25%. Tra i motivi, per quanto riguarda i mutui, c’è anche il fatto che in Italia le somme erogate per l’acquisto della casa sono indicizzate al tasso Bce solo da pochi anni. Pertanto gli utenti che usufruiranno degli sconti lanciati dalla Banca centrale si conteranno sulle dita della mano. Ragion per cui molti ritengono che alla fine questa manovra avrà ben pochi riscontri positivi sull’economia europea e finirà per essere solo l’ennesima trovata finalizzata a rimpinguare le banche che potranno usufruire di una più lauta liquidità spendendo meno per rifornire le proprie tasche.
Case vendesi
Dal mercato della casa comunque qualcosa si muove. Secondo il sondaggio congiunturale condotto dalla Banca d’Italia insieme a Tecnoborsa e Agenzia Entrate sentendo gli agenti immobiliari, al calo dei giudizi di diminuzione dei prezzi si associa un rialzo dei nuovi incarichi a vendere. Anche la quota di agenzie che segnalano un calo dei canoni di affitto è diminuita. In recupero infine le attese degli agenti sulle tendenze a breve termine. Ciò non vuol dire che vendere casa sia diventata cosa facile. E rimane ancora forte il divario tra i prezzi di domanda e quelli di offerta.