La Cassazione manda in cella l’avvocato Amara. Il legale condannato sia per la corruzione al Consiglio di Stato che per le indagini pilotate in Sicilia

Probabilmente immaginava un finale diverso l’avvocato Piero Amara. Del resto lui stesso ha presentato ricorso in Cassazione contro il patteggiamento, ad un anno e due mesi, per l’inchiesta sul Sistema Siracusa con cui, grazie a magistrati infedeli, indirizzare indagini e procedimenti era un gioco da ragazzi. Peccato che l’istanza con cui sperava di ottenere almeno una riduzione di pena è stata giudicata inammissibile, lo scorso 4 febbraio, dai giudici della Suprema Corte. Può sembrare una notizia di poco conto ma per effetto di questa decisione, l’uomo è stato arrestato dalla Guardia di Finanza per un cumulo di pena di 3 anni e 8 mesi. Sul suo capo, infatti, grava anche un ulteriore condanna a 3 anni inflitta dal gup di Roma per una vicenda collegata a quella siciliana ma relativa alle sentenze pilotate al Consiglio di Stato. Quest’ultima riguarda una serie tra sentenze, ordinanze e decreti dei giudici amministrativi che sarebbero stati manipolati per almeno 400 milioni di euro. Amara, condannato per associazione a delinquere, corruzione in atti giudiziari e falso, per gli inquirenti era il vero e proprio regista della rete che puntava ad aggiustare i procedimenti e che si avvaleva anche dell’avvocato Giuseppe Calafiore che come il collega ha patteggiato, e dell’ex giudice Riccardo Virgilio. Il nome di Amara, inoltre, è emerso anche nell’indagine di Perugia sul pm Luca Palamara che ha terremotato il Csm.