La casta del Lazio resiste

di Clemente Pistilli

La casta non si tocca. I carrozzoni pubblici non vanno eliminati. E una bella iniezione di denaro a progetti dai nomi tanto altisonanti quanto indefiniti non si nega. Se poi a fare tutto ciò è un ente che rischia il crac, che chiude con un disavanzo di 4 miliardi di euro e che da dieci anni non riesce a risollevarsi poco importa. La legge è stata rispettata. Gli equilibri contabili sono stati costruiti e si va avanti. A pochi giorni di distanza dalle bacchettate della Corte dei Conti sulla parificazione del rendiconto 2012 della Regione Lazio, che ha visto i magistrati definire la spesa ospedaliera squilibrata e il sistema degli appalti al collasso, tanto per citare due delle tante critiche mosse in quell’occasione alla Pisana, la giunta Zingaretti ha approntato la legge di stabilità 2014 e le spese previste non sembrano indirizzate esattamente verso un generalizzato tirare la cinghia.

Il Palazzo costa caro
I primi a poter stare tranquilli sono quelli che lavorano negli uffici regionali. Il pranzo almeno è garantito, con 4 milioni di euro stanziati per il prossimo anno e altrettanti per i due successivi soltanto per la mensa regionale. Pancia piena e formazione. Nel 2014 verranno speso infatti anche 1,6 milioni per il piano di investimenti formativi del livello manageriale. Tanto per invogliare i giovani alla politica ecco poi 240 mila euro ogni anno per la partecipazione degli stessi alla vita politica e amministrativa locale. E restando sempre alle spese per l’apparato, qualche dato interessante spunta poi dal bilancio di previsione triennale approntato sempre dalla giunta, dove per le sole spese di funzionamento dell’ente sono stati previsti ben 87,5 milioni, a fronte di 80 milioni per infrastrutture, ambiente e politiche abitative messi insieme. Nel 2010 il consiglio regionale dovrebbe assorbire 65,7 milioni, 10,4 milioni la giunta, altri 10 giunta e consiglio insieme, 235 milioni il personale della Regione e 8,2 milioni la comunicazione istituzionale. Spese notevoli sono infine previste nella finanziaria per le società controllate dalla Pisana: 10 milioni a Sviluppo Lazio, 200 mila alla Fondazione valorizzazione identità culturale, 47 milioni per tre anni a Lazio Service e nel 2010 ben 320 milioni al Cotral, la società di trasporti che l’estate scorsa è già stata ricapitalizzata e salvata dal crac.

Progetti altisonanti
Cosa c’è di meglio poi che investire denaro sui problemi di maggior impatto sociale. La giunta Zingaretti ha pensato che per garantire i diritti dei detenuti, quelli a cui forse già dovrebbe pensare lo Stato, e l’infanzia era opportuno stanziare 65,7 milioni. bene anche 7 milioni per una giornata di celebrazione dei valori nazionali, visto che un po’ di sano patriottismo non guasta mai e che per la solidarietà alle vittime di eventi calamitosi basta anche un milione. Nella legge non è però stato dimenticato il recupero del patrimonio artistico: neppure un centesimo per le antiche cinte murarie del lazio, per i locali storici e per le città di fondazione, ma 7,5 milioni, tra il 2014 e il 2016, almeno per gli edifici di culto. Attenzione alle violenze sessuali sulle donne: 10,7 milioni ogni anno, che magari sarebbe interessante capire come eviteranno gli stupri. E un milione contro lo stalking. Poco su famiglia, ricerca e lavoro, ma crisi o no previsti 400 mila euro per pietre ornamentali.

Cari servizi
I servizi per il cittadino, infine, come sempre costano molto cari: 60 milioni di media ogni anno per i rifiuti, 139 milioni nel 2015 per la Metro C, 152 milioni nel 2014 e 234 nel 2015 per il trasporto pubblico locale, oltre 5 milioni ogni anno per l’Autorità portuale di Civitavecchia, 5,7 milioni a Laziomar, 5,7 milioni per i collegamenti con le isole pontine, ma solo un milione l’anno prossimo per la grande viabilità e 600 mila euro per tutelare i consumatori. Il totale delle spese preventivate? 1 miliardo.