La Cina fa sul serio e presenta il piano di pace in dodici punti. Ma dagli Usa all’Ue è gara a sminuirlo

La Cina fa sul serio e presenta il piano di pace in dodici punti. Ma dagli Usa all'Ue è subito partita la gara a sminuirlo

La Cina fa sul serio e presenta il piano di pace in dodici punti. Ma dagli Usa all’Ue è gara a sminuirlo

Siamo alla farsa. Dopo un anno di invasione dell’Ucraina e l’invio di armi a profusione a Kiev da parte dell’Occidente, l’unico tentativo diplomatico per arrivare al cessate il fuoco è stato formulato dalla Cina di Xi Jinping. E lo ha fatto con un documento ufficiale, in 12 punti, presentato da Wang Yi durante la sua visita a Mosca in cui ha incontrato Vladimir Putin e il ministro, Sergey Lavrov. Insomma un gesto da celebrare, tanto più che Usa e Ue hanno sempre accusato la Cina di aver fatto poco per convincere la Russia a fermare la guerra.

E invece no in quanto tale gesto distensivo di Pechino, su cui è arrivata una cauta apertura perfino dal governo di Volodymyr Zelensky nonché il plauso del cancelliere tedesco Olaf Scholz e del premier spagnolo Pedro Sánchez, è stato sminuito da Ue e Nato mentre gli Usa hanno scelto il silenzio. Eppure si tratta semplici punti in cui Pechino chiede, tra le tante cose, il “rispetto della sovranità nazionale di tutti i Paesi”, lo “stop alle sanzioni unilaterali” che stanno esacerbando gli animi, la ripresa dei “colloqui di pace” e la “cessazione delle ostilità”.

Non solo. Il piano pensa anche all’immediata fase post tregua chiedendo di “risolvere la crisi umanitaria“, “proteggere i civili e i prigionieri di guerra“ e “mantenere al sicuro i siti nucleari.

Posizioni divergenti sul piano della Cina

Dopo che il piano è stato reso pubblico sono subito arrivate le prime reazioni. Se il premier Sánchez ha detto che il piano presenta almeno due aspetti “abbastanza in linea” con quanto chiede Zelensky, ossia “il no all’uso di armi nucleari” e “il rispetto all’integrità territoriale”, e il cancelliere tedesco Scholz gli ha fatto eco affermando che è un “bene che Pechino abbia assunto responsabilità e presentato le sue proposte per una tregua”, la reazione del resto dell’occidente è stata fredda, per non dire gelida.

Joe Biden si è trincerato in un silenzio carico di imbarazzo, proprio come Putin, mentre la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, e il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, sono andati all’attacco. La prima, forse comprendendo di aver perso l’occasione per farsi promotrice delle trattative diplomatiche, ha sminuito il documento affermando che non è “un piano di pace” bensì sono “dei principi” che “vanno visti su uno sfondo specifico, quello di una Cina che ha scelto di stare dalla parte” della Russia.

Se possibile ha fatto peggio il secondo che ha detto che “la Cina non ha molta credibilità perché non è stata in grado di condannare l’invasione illegale dell’Ucraina” e subito dopo ha provocato Pechino affermando che “al momento, non ci sono prove che la Cina stia fornendo aiuti alla Russia. Ma abbiamo visto segnali sul fatto che potrebbe farlo e sarebbe un grave errore”.