La Consob accende le nomine per la presidenza. Ecco i nomi in corsa, tra super boiardi e parentele illustri

La Consob accende le nomine per la presidenza. Garofoli, Barucci e Berruti: ecco i tre nomi in corsa, tra boiardi e parentele illustri

di Stefano Sansonetti

La partita delle nomine, che da qui al 2018 riserverà molti capitoli delicati, comincia ad accendersi su una delle poltrone più ambite. Parliamo della presidenza della Consob, la Commissione nazionale per le società e la Borsa. Il gradino più alto, occupato dal 2010 da Giuseppe Vegas, a metà dicembre dovrà essere assegnato a un successore. Ma il nome, vista la procedura di nomina, dovrebbe uscire tra una decina di giorni. Qui al momento la contesa sembra a tre: Roberto Garofoli, Emilio Barucci e Giuseppe Maria Berruti. L’ultimo nome uscito, in ordine di tempo, è proprio quello di Garofoli, attuale capo di gabinetto del ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan. Dalla sua ha un curriculum amministrativo denso e trasversale.

Il percorso – Le tappe più importanti della sua carriera lo hanno infatti visto capo dell’ufficio legislativo alla Farnesina con Massimo D’Alema, capo di gabinetto del ministero della Pubblica amministrazione con Filippo Patroni Griffi e segretario generale della presidenza del consiglio all’epoca di Enrico Letta premier. Insomma, un profilo da super boiardo che arriva direttamente dalla magistratura, sia ordinaria sia amministrativa. Di più, perché proprio di recente è stato nominato presidente di sezione del Consiglio di Stato (fuori ruolo). Certo, in questo momento il Tesoro è tutto concentrato sulla Manovra economica. Attività che non può non assorbire il braccio destro del ministro. Ma in fondo Vegas scade formalmente a dicembre. E Garofoli, che a quanto pare gradirebbe molto l’approdo alla presidenza della Consob, potrebbe anche fare in tempo a garantire la sua assistenza su tutto l’iter della complicata legge alla cui elaborazione stanno attendendo i tecnici ministeriali. Altro nome in lizza, il cui profilo a dir la verità era già uscito due anni fa per il ruolo di commissario, è quello di Emilio Barucci, nato a Firenze nel 1968, ordinario di matematica finanziaria al Politecnico di Milano. Assodata la competenza finanziaria, vanno registrate le sue illustri parentele. Tanto per cominciare è figlio di Piero Barucci, già presidente di Mps e Abi negli anni ‘80 e ‘90, nonché ministro del Tesoro nei Governi Amato e Ciampi. In più è fratello di Orlando Barucci, managing partner della Vitale & Co, la società di consulenza finanziaria fondata da Guido Roberto Vitale che assiste decine di società quotate in Borsa, proprio quelle su cui è chiamata a vigilare la Consob. Inoltre Emilio Barucci oggi risulta anche consigliere di amministrazione del colosso assicurativo-finanziario Aviva e di Idea Capital, società di investimento del gruppo De Agostini. Due realtà che, evidentemente, possono trovarsi ad avere a che fare con società quotate. Ma dalla parte della famiglia Barucci, a quanto pare, ci sarebbe un legame di amicizia con il capo dello Stato, Sergio Mattarella.

La procedura – E’ appena il caso di ricordare che il presidente della Consob viene nominato con decreto del presidente della repubblica, su proposta del presidente del consiglio.  Il terzo profilo in gioco per la presidenza della Consob è quello di Giuseppe Maria Berruti, che dal 2016 fa parte dell’organo come commissario. Magistrato di Corte di cassazione, già componente del Csm, Berruti è stato nominato nel 2014 dal ministro della giustizia, Andrea Orlando, presidente della Commissione di riforma del processo civile. Anche lui vanta una parentela eccellente: è il fratello di Massimo Maria Berruti, ex ufficiale della Guardia di Finanza poi diventato consulente Fininvest e parlamentare di Forza Italia-Pdl. Si racconta che l’anno scorso il magistrato sia diventato commissario della Consob con la promessa del Governo, allora guidato da Matteo Renzi, che di lì a poco sarebbe diventato presidente. Il problema è che nel frattempo qualche equilibrio sembra essere cambiato, nonostante la provenienza dell’attuale premier, Paolo Gentiloni,  dall’Esecutivo dell’ex sindaco di Firenze. Di sicuro la partita è cominciata. E a breve se ne saprà il risultato.

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