Continua ad aggravarsi la crisi in Sudan. Dopo l’offensiva dell’esercito regolare, che sembrava aver spazzato via i ribelli delle Forze di Supporto Rapido (RSF), e la conseguente – quanto inattesa – controffensiva, la situazione sta rapidamente degenerando. A darne notizia è l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR), Volker Türk, secondo cui è in corso un “ulteriore deterioramento della situazione dei diritti umani” nel Paese africano, a seguito “del forte aumento delle ostilità, degli arresti arbitrari e dei discorsi d’odio” iniziato a febbraio. Un’escalation che, secondo l’ONU, nel periodo compreso tra il 3 e il 20 maggio ha già causato almeno 75 vittime, 78 civili feriti e diverse migliaia di sfollati costretti ad abbandonare le proprie case.
La crisi in Sudan è destinata a peggiorare. L’Onu denuncia: “Aumentano gli arresti arbitrari le violenze e i discorsi di odio”
Secondo Türk, quanto sta accadendo comporta un concreto “rischio di aggravare ulteriormente la già disastrosa situazione umanitaria e dei diritti umani” – ritenuta dalle Nazioni Unite la più grave emergenza al mondo – “e di indebolire il fragile processo di pace del Paese”. “Tutte le parti devono urgentemente fare un passo indietro per evitare di ritrovarsi sull’orlo del baratro” ha aggiunto l’Alto commissario, esortando “tutte le parti a rispettare l’accordo di pace del 2018, a garantire la protezione dei civili e delle infrastrutture civili e a facilitare l’accesso umanitario, in linea con i loro obblighi ai sensi del diritto internazionale”.