La crisi nera dell’artigianato. Diecimila imprese sparite in un decennio nel Lazio

Diecimila. Sono le aziende del setto dell'artigianato che dal 2012 ad oggi hanno chiuso i battenti solo nel Lazio.

La crisi nera dell’artigianato. Diecimila imprese sparite in un decennio nel Lazio

Diecimila. Sono le aziende artigiane che dal 2012 ad oggi hanno chiuso i battenti nel Lazio. Si tratta di una crisi che non conosce tregua. Solo nel 2023 quelle costrette a chiudere sono state 670. Un dato che conferma un tendenza ormai decennale. In poco più di dieci anni, infatti, le iscrizioni all’Albo delle imprese Artigiane sono scese da 101mila a 90mila.

Diecimila. Sono le aziende del setto dell’artigianato che dal 2012 ad oggi hanno chiuso i battenti solo nel Lazio

L’analisi dei dati sull’andamento dell’artigianato nel Lazio nel 2022-2023, intanto, conferma la crescita di altri settori, come quello edile (sono 67 le nuove imprese), dei servizi per la cura della persona – centri estetici, parrucchieri, tatuatori – che sono aumentate di ben 151 unità, e della produzione di software. Mentre decrescono fortemente gli altri settori, in particolar modo quelli della manifattura – dalla lavorazione del ferro, del legno e delle materie plastiche. È sceso infatti a 515 il numero delle imprese manifatturiere. E sono 104 in meno quelle dell’autoriparazione, mentre la ristorazione artigiana registra un calo di 120 unità.

Una situazione che chiaramente preoccupa Confartigianato. “Ci auguriamo”, ha detto il presidente Michael Del Moro, “che gli impegni assunti dall’Assessora regionale Roberta Angelilli, a seguito della presentazione di un Piano per l’Artigianato elaborato insieme alle altre Associazioni, possano finalmente tradursi in interventi concreti. Occorre”, prosegue Del Moro, “invertire le tendenze in atto attraverso scelte che privilegino i processi di digitalizzazione, di efficientamento energetico delle imprese e di valorizzazione dell’Artigianato Artistico e Tradizionale”.

Anche il presidente di Confartigianato Roma, Andrea Rotondo, commenta l’analisi augurandosi che “vengano inglobate le aree produttive cosiddette spontanee, in accordo con Roma Capitale all’interno del Consorzio industriale regionale, in modo che si possano fare investimenti infrastrutturali e rilanciare così la produzione anche di questi artigiani. Oltre che, a livello comunale”, conclude Rotondo, “si avvii un confronto sulle problematiche dell’artigianato alimentare”.

La crisi delle imprese artigiane non riguarda soltanto la regione Lazio, ma è una tendenza nazionale

Il problema, comunque, non riguarda soltanto la Regione Lazio, ma è una tendenza nazionale che mette a rischio il Made in Italy. In tutto il Paese nell’ultimo decennio, infatti, il numero di artigiani titolari, soci e collaboratori iscritti all’Inps è diminuito di circa 300mila unità. Le cause sono varie: la concorrenza della grande distribuzione, soprattutto quella online, certo, ma anche il ricambio generazionale. Un problema a cui le piccole imprese stanno tentando di rimediare incrementando le collaborazioni con gli istituti tecnici e professionali.