“La destra evoca complotti, ma se messa alle strette ritratta”: l’intervista a D’Orso (M5s)

Parla la capogruppo M5s in commissione Giustizia, Valentina D'Orso: "Da Crosetto un esempio di modesta cultura istituzionale".

“La destra evoca complotti, ma se messa alle strette ritratta”: l’intervista a D’Orso (M5s)

Queste destre “attaccano a testa bassa poteri e autorità indipendenti della Repubblica e poi provano a ritrattare quando vengono messi di fronte alla loro mancanza di sensibilità istituzionale ed irresponsabilità”. Ad affermarlo è Valentina D’Orso, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Giustizia della Camera.

Dopo l’intervista in cui ha detto che il governo teme soltanto “l’opposizione giudiziaria”, il ministro Guido Crosetto ha riferito in Aula dicendo che qualcuno ha voluto “mistificare” le sue parole. Come stanno davvero le cose?
“Intanto chiariamo che Crosetto dopo quelle gravi affermazioni non poteva cavarsela con la risposta ad un’interpellanza di un collega alla Camera, oggi (ieri, ndr) noi abbiamo ribadito che dovrà riferire in modo compiuto in Parlamento e così sarà. Siamo lieti che abbia dato la sua disponibilità ma era doveroso. A me pare che casomai sia stato lui a mistificare o smentire sè stesso. Nella stessa giornata in cui ha lanciato quelle gravissime accuse alla magistratura, un addebito dal sapore eversivo, Crosetto si è detto disponibile a riferire al Copasir o alla commissione Antimafia, per la necessità di riservatezza e di verifica delle notizie che avrebbe ricevuto. Ebbene, oggi ci ha solo riferito uno stralcio di una relazione profusa in un evento pubblico tenutosi a Palermo, ben due mesi fa, da una componente della magistratura. Peraltro ero presente anche io e sono convinta che abbia del tutto travisato il senso di quelle parole che pure oggi ha riletto in aula. Ma ciò che più conta è che non ha riferito nulla di riservato o sconosciuto all’opinione pubblica, ha citato legittime opinioni espresse all’interno di un congresso pubblico. Infine, il ministro si è lasciato andare a assurdi complottismi e vittimismi e a affermazioni che denotano una modestissima cultura istituzionale”.

Il ministro ha detto di essere venuto a conoscenza di una corrente della magistratura che discute su “come fermare la deriva antidemocratica” della Meloni. Ma se le cose stanno così, perché dirlo in un’intervista anziché denunciare tutto in Procura?
“Perché ha riportato considerazioni già di dominio pubblico, esposte ad un congresso, non in una riunione carbonara con intenti eversivi, come lasciava intendere con le sue parole improvvide e istituzionalmente irresponsabili rilasciate nell’intervista. Peraltro mi permetto di dire che le considerazioni emerse in quel congresso avevano un significato ben diverso rispetto a quello che Crosetto gli intende attribuire: ragionavano sulla funzione della magistratura come presidio dei diritti costituzionalmente garantiti, sempre, anche quando il maggioritarismo ovvero la forza dei numeri possa imporre soluzioni che vadano in direzione contraria alla Costituzione. Non è proprio questa la funzione assegnata dalla stessa Costituzione alla magistratura?”.

Per giorni Meloni & Co hanno negato l’esistenza di uno scontro istituzionale, peccato che Crosetto nel suo intervento ha sbugiardato tutti affermando che “questo scontro tra politica e magistratura dovrà finire”…
“Vanno avanti così da inizio legislatura. Attaccano a testa bassa poteri e autorità indipendenti della Repubblica, l’elenco da Banca d’Italia a Anac passando per Corte dei Conti e Inps è già molto lungo, e poi provano a ritrattare quando vengono messi di fronte alla loro mancanza di sensibilità istituzionale ed irresponsabilità. Si pensi solo alla presidente Meloni che tramite ‘fonti di Palazzo Chigi’ ventilò la possibilità che parte della magistratura avesse iniziato la campagna elettorale per le europee e poi si spertica in dichiarazioni concilianti e istituzionali”.

Ci dica la verità, con le dichiarazioni di Crosetto siamo tornati alla ‘giustizia a orologeria’ di berlusconiana memoria?
“No, siamo tornati al governo e ai partiti di maggioranza che delegittimano e puntano a indebolire il potere giudiziario con un’azione comunicativa, politica e normativa”.

Dalle pagelle ai magistrati fino alla promessa di portare a casa la separazione delle carriere. Qual è il giudizio sul governo Meloni in fatto di Giustizia?
“Proprio l’impostazione che il governo ha dato al nuovo sistema di valutazione dei magistrati e il loro intento di procedere alla separazione delle carriere dimostra l’obiettivo di indebolire l’autonomia e l’indipendenza dei magistrati, con una particolare attenzione a chi rappresenta la pubblica accusa, che si vorrebbe addomesticare e scoraggiare dall’intraprendere iniziative giudiziarie complesse e scomode. Questi sono solo alcuni pezzi di un puzzle complessivo che mira a realizzare una giustizia classista, debole con i forti, con i colletti bianchi, con chi detiene le leve del potere, e forte a scopo propagandistico con i deboli, i cittadini comuni, ad esempio con chi organizza un rave party”.