La doppia emergenza idrica in Italia: dalla dispersione record all’aumento delle bollette dell’acqua

Il report di Cittadinanzattiva evidenzia due emergenze: la dispersione idrica elevatissima e l'aumento delle bollette dell'acqua.

La doppia emergenza idrica in Italia: dalla dispersione record all’aumento delle bollette dell’acqua

Una doppia emergenza. Quella pubblica, riguardante la dispersione idrica, e quella per le famiglie, con costi delle bollette dell’acqua in costante aumento. Sono questi i due aspetti che emergono con più evidenza dal XIX Rapporto sul servizio idrico integrato dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, pubblicato in vista della Giornata mondiale dell’acqua del 22 marzo. 

La dispersione idrica in Italia

Il primo punto da sottolineare riguarda la dispersione idrica: la media nei capoluoghi di provincia è del 36,2%, con un dato che raggiunge il 42,2% se si considera il territorio complessivo italiano. Le cifre vengono prese dai dati Istat riferiti al 2020 ed evidenziano come in alcune aree del Paese, soprattutto al Sud e nelle Isole, la dispersione raggiunga addirittura la metà dei volumi d’acqua immessi in rete. 

In Basilicata si tocca la quota record del 62%, mentre all’opposto troviamo la Valle d’Aosta al 23,9%. Per quanto riguarda i capoluoghi di provincia, si arriva addirittura sopra al 70% di acqua dispersa a Belluno e Latina, mentre il miglior dato è quello di Macerata, dove la dispersione è solamente del 9,8%. 

Le spese per l’acqua aumentano: crescono le bollette

Il secondo aspetto analizzato dal rapporto riguarda il costo dell’acqua per una famiglia tipo, composta da tre persone con un consumo annuo di 182 metri cubi. La spesa media nel 2023 si è attestata a 478 euro, con una crescita del 4% rispetto all’anno precedente e un aumento del 17,7% negli ultimi cinque anni. La spesa è salita in due capoluoghi di provincia su tre. 

Il picco dei rincari si registra a Vibo Valentia (+16%) e a Isernia, dove la bolletta è addirittura raddoppiata rispetto al 2019. La provincia più cara resta quella di Frosinone (spesa media annua di 867 euro), seguita da Grosseto, Siena, Pisa, Livorno e Arezzo. Proprio la Toscana è la regione più costosa, con una spesa media di 732 euro e ben otto capoluoghi tra i dieci più cari d’Italia.

A Milano e Cosenza, invece, si registrano le spese più basse (184 euro), seguite (sopra i 200 euro) da Trento, Campobasso e Isernia. Il Molise, non a caso, è la regione più economica con una media di 226 euro. In Trentino-Alto Adige, invece, si è registrato l’aumento maggiore (+9%). Si sottolineano, inoltre, importanti differenze all’interno della stessa regione: per esempio il gap tra Frosinone e Rieti è pari a 475 euro. E differenze importanti si registrano anche in Sicilia, Toscana, Lombardia, Emilia-Romagna e Calabria. 

Sulla risorsa idrica italiani inconsapevoli

Il report contiene anche una consultazione su un campione di 3.355 persone che evidenzia come gli italiani siano poco consapevoli di ciò che riguarda la risorsa idrica. Un cittadino su due ritiene insufficienti le informazioni a disposizione sulla qualità dell’acqua dei rubinetti e sempre uno su due vorrebbe ricevere informazioni più dettagliate in bolletta. 

Poi gli italiani sostengono di usare ogni giorno 62 litri di acqua, ma il consumo medio reale indicato dall’Istat si attesta a 215 litro al giorno. Ancora, un intervistato su tre non conosce il proprio fornitore del servizio idrico, mentre il 37% lamenta di ricevere una bolletta troppo alta.