La doppia poltrona di Rocca è un caso internazionale

Il vertice spagnolo della Croce rossa contesta il doppio incarico di Rocca: governatore del Lazio e presidente dell'associazione internazionale.

La doppia poltrona di Rocca è un caso internazionale

Stai a vedere che il caso del doppio incarico di Francesco Rocca, il quale riveste sia il ruolo di governatore del Lazio che quello di presidente della Croce rossa internazionale, non è ancora un capitolo chiuso. Questo perché malgrado l’organizzazione ha escluso ogni possibile conflitto di interesse per via del doppio incarico, di fatto in deroga a uno dei suoi principi costituenti ossia quello della neutralità ideologica, al suo interno c’è chi sembra pensarla in modo diametralmente opposto tanto da aver preso carta e penna per palesare tutti i suoi dubbi. A farlo è stato Javier Senent Garcia, presidente della Croce Rossa spagnola, che ha scritto una lettera indirizzata al board della Croce rossa internazionale per chiedere che la situazione venga risolta una volta per tutte.

Il vertice spagnolo della Croce rossa contesta il doppio incarico di Rocca: governatore del Lazio e presidente dell’associazione internazionale

Il documento, di cui La Notizia è venuta a conoscenza, risale al 17 marzo scorso e nel testo si parla chiaramente del fatto che, a parere dello scrivente, il duplice incarico di Rocca viola i Principi fondamentali dell’organizzazione ossia l’imparzialità, la neutralità e l’indipendenza. Insomma non si tratterebbe affatto di invenzioni giornalistiche, come qualcuno ha provato a bollarle nei mesi scorsi, ma di una posizione sentita all’interno della Croce rossa internazionale da parte di quanti temono che il perdurare di questa situazione possa nuocere gravemente alla fiducia che viene riposta nell’organizzazione.

A riprova di ciò Garcia mette nero su bianco il fatto che l’argomento del duplice incarico è già stato affrontato più volte dai media italiani, entrando di fatto nel dibattito pubblico, mentre il tema non è stato discusso dagli organi di governo della Croce rossa internazionale. Proprio per questo, come riporta la stessa lettera, viene chiesto al board di ragionare su questo spinoso caso e anche di prendere provvedimenti che, secondo Garcia, non possono che portare alla destituzione di Rocca.

La presunta infrazione della neutralità politica starebbe danneggiando la rispettabilità della Croce rossa

Difficile intuire che piega prenderà questa storia anche perché sul punto la Croce rossa internazionale, interpellata il 9 marzo da La Notizia, ha già detto chiaramente che “secondo il nostro studio legale Francesco Rocca può mantenere il suo ruolo di presidente della Cri Internazionale perché nel nostro statuto non c’è la neutralità ideologica. Rocca è serio, ha già lasciato la Cri italiana per evitare strumentalizzazioni e si è candidato con una civica. Inoltre non ha tessere di partito ed ha esperienza nella sanità”.

La Croce rossa internazionale sostiene che nel proprio statuto “non c’è la neutralità ideologica”

Insomma il punto è che il presidente del Lazio è un tecnico e in quanto tale è ‘prestato’ alla politica. Tesi che viene affrontata nella stessa lettera di Garcia in cui viene spiegato che, secondo lui, Rocca concorrendo alle elezioni politiche e portando avanti un programma politico è già sufficiente per dire che ha espresso posizioni politiche e quindi non può giustificarsi affermando la sua natura di tecnico. Non solo. Nella precisazione del 9 marzo, la Croce rossa internazionale sostiene che nel proprio “statuto non c’è la neutralità ideologica”.

L’esatto opposto di quanto sostiene Garcia nella sua lettera visto che lo annovera tra i punti fondanti dell’organizzazione. Ma, cosa ancor più strana, è che sul sito ufficiale dell’organizzazione, accedendo alla pagina relativa ai ‘Fundamental Principies’, è possibile scorgere proprio la ‘Neutrality’. Qui si legge che “per continuare a godere della fiducia di tutti, il Movimento non può prendere posizione nelle ostilità o impegnarsi in qualsiasi momento in controversie di natura politica, razziale, religiosa o ideologica”. Ma c’è di più.

Sul sito si legge anche che “il Movimento non deve prendere posizione, né essere considerato tale, né nei suoi discorsi né nelle sue azioni, in nessun momento o luogo. La neutralità garantisce al Movimento la fiducia di tutti e può fornire sostegno umanitario a tutti”. Insomma se non c’è qualche errore sul sito, allora la neutralità è un principio ad personam.

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