Di Gaetano Pedullà
E poi c’è chi guarda dall’alto in basso gli euroscettici, chi chiama irresponsabili i nemici dell’Euro e trogloditi quelli che accusano la Merkel. Mentre mezzo continente sta con le pezze al sedere, e dunque ci sarebbe poco da scherzare, ieri Roma e Berlino si sono esibite in un’autentica farsa. Dopo il duello tra Renzi e i tedeschi per concederci un po’ di flessibilità sui conti pubblici – giusto per non fare una nuova finanziaria e deprimere ancora di più l’economia – il nostro premier ha detto davanti al presidente della Commissione Ue uscente, Barroso, che i rapporti con la Germania sono ottimi e semmai è la Bundesbank che non deve intromettersi nelle faccende della politica italiana.
Immediata la risposta della cancelliera, che attraverso un suo portavoce (per rispondere al governo italiano può bastare) ha ricordato come la banca centrale tedesca è un organo indipendente. Mancava solo che ci raccontassero che gli asini volano, e avremmo fatto l’en plein delle balle spaziali. La Bundesbank è autonoma, certo, ma la linea del rigore che ha espresso è esattamente quella che vogliono i tedeschi. I rapporti tra Roma e Berlino è chiaro che non sono sul punto della dichiarazione di guerra, ma il nostro premier sa bene che con la nostra situazione di finanza pubblica solo una deroga al tetto del 3% nel rapporto deficit (in salita) e Pil (in discesa) può dare qualche seguito concreto ai tanti annunci di riforme. Altre possibilità non ce ne sono, perché il Paese non ha più buchi da aggiungere alla cinghia.
E se l’economia non riparte un po’, Renzi-Telemaco diventerà presto Renzi-Masaniello, l’eroe napoletano che guidò la rivolta contro il potere degli spagnoli, governò pochi giorni e poi fu ucciso inseguito dallo stesso popolo che lo aveva appoggiato.