La gestione dell’epidemia nel mirino dei pm pure in Friuli. Aperto un fascicolo senza indagati per frode. Le indagini riguardano le forniture di mascherine

Sembra proprio che non ci sia regione esente da scandali e inchieste giudiziarie per la gestione dell’emergenza sanitaria. Un lungo elenco a cui ieri si è unito il Friuli Venezia Giulia, al cui vertice c’è Massimiliano Fedriga (nella foto), dove il procuratore di Udine, Antonio De Nicolo, ha aperto tre fascicoli, tutti al momento senza indagati, sulla fornitura delle mascherine durante la fase più acuta della pandemia. Una notizia che in realtà non stupisce più di tanto in quanto da mesi si susseguivano indiscrezioni, esposti di ditte private escluse dalle gare e denunce da parte dei consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle.

Insomma i sospetti che qualcosa sia andato storto c’erano da tempo e così questa nuova maxi inchiesta, ancora alle fasi embrionali, rischia di diventare l’ennesimo caso giudiziario per il Paese. Una situazione in continua evoluzione che potrebbe riservare sorprese come si intuisce dalla direzione verso cui puntano gli accertamenti, visto che a occuparsi dell’approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale sono state la Protezione civile friulana, coordinata dalla Regione, le aziende ospedaliere e i Comuni. Fatti, questi, per i quali lo stesso De Nicolo ha spiegato che “sono stati aperti dei filoni di indagine che riguardano varie problematiche relative alla fornitura di mascherine a enti pubblici del territorio, non solo alla Protezione civile regionale Fvg: mascherine con problemi di funzionalità, ovvero che potevano dare perplessità su una possibile violazione delle norme in materia di forniture pubbliche”.

Al momento l’unica certezza è che, proprio come successo per il caso camici in Lombardia, gli inquirenti ipotizzano il reato di frode nelle pubbliche forniture. Stando a quanto trapela uno dei rivoli di quest’inchiesta è iniziato a seguito dell’esposto della ditta Norton, un calzaturificio di Coseano, in merito a una fornitura di 46mila mascherine. Bando assegnato con procedura diretta e in base a criteri che tenevano conto del prezzo, della pronta disponibilità alla produzione e del quantitativo di consegna per i quali la Protezione civile ha ritenuto che la Norton non aveva fornito tutta la documentazione necessaria a differenza di quanto fatto dalla Ttk, risultata aggiudicatrice. Sulla gara i pm si starebbero chiedono se la ditta vincente avesse effettivamente svolto i test relativi all’autofiltraggio delle mascherine visto che non ci sarebbero stati i tempi tecnici.