La giudice Apostolico non convalida il trattenimento di altri 4 migranti: non si può applicare la detenzione nel cpr

Per la seconda volta la giudice di Catania, Iolanda Apostolico, decide di non convalidare il trattenimento di 4 migranti nel cpr.

La giudice Apostolico non convalida il trattenimento di altri 4 migranti: non si può applicare la detenzione nel cpr

Un’altra decisione che rischia di riaccendere il dibattito sulla giudice di Catania Iolanda Apostolico. Un provvedimento simile a quello già preso nelle scorse settimane e che le è valso diversi attacchi da parte degli esponenti del governo, a partire dalla campagna contro di lei del vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini. Apostolico, giudice del tribunale di Catania, ha deciso di non convalidare il trattenimento nel cpr di Pozzallo di altri quattro migranti.

La giudice Apostolico non convalida il trattenimento di quattro migranti

La giudice ha stabilito che il trattenimento disposto dal questore di Ragusa non può essere applicato. Si tratta del secondo provvedimento in questo senso preso dalla magistrata, che è finita nella bufera dopo la pubblicazione di un video in cui veniva filmata in occasione di una manifestazione dell’agosto 2018 contro la decisione (di Salvini) di non far sbarcare i 150 profughi che si trovavano da giorni a bordo della nave Diciotti.

Come detto, la decisione di Apostolico non è inedita. Non solo lei, ma anche un altro giudice di Catania aveva preso lo stesso provvedimento, decidendo di non convalidare i trattenimenti dei migranti. Ancora una volta la giudice smonta il decreto Cutro del governo e contesta anche la norma che prevede la possibilità di pagare per non essere rinchiusi nei cpr.

L’interrogazione sul video della giudice

Oggi il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, è chiamato rispondere a un’interrogazione a risposta immediata del capogruppo di Avs in commissione Affari costituzionali alla Camera, Filiberto Zaratti, proprio sulla pubblicazione del video della giudice Apostolico. 

“Se esistono apparati dello Stato che producono e conservano durante manifestazioni pubbliche video non ufficiali, se le riprese effettuate, laddove non utili per documentare atti illeciti, vengano distrutte, ovvero per quale fine verrebbero conservate e come siano finite in possesso del ministro Salvini”, è l’interrogazione posta al titolare del Viminale.