La Lega calcio feudo, per anni, dei dirigenti finiti nei guai. Pulvirenti e Lo Monaco erano nella governance. Come Ghirardi, il responsabile del crac Parma

Basta guardare l’organigramma della Lega calcio dopo le elezioni del 2013 per farsi un’idea sull’affidabilità e sulle competenze specifiche dei massimi dirigenti del calcio italiano. Appena due anni fa nella governance – oltre al presidente Beretta, al vice Galliani e al consigliere Cairo – c’erano Pulvirenti (arrestato), Lo Monaco (indagato), Ghirardi (il grande accusato del crac del Parma), Cellino (finito nei guai, ha dovuto mollare il Cagliari), Pozzo che qualche problema col Fisco ce l’ha pure avuto. E i chiacchierati Lotito e Preziosi (il suo Genoa non è stato ammesso all’Europa League perché non in regola con i conti). Oggi per fortuna ai vertici ci sono nomi nuovi, a cominciare da quello di Andrea Agnelli, Aurelio De Laurentiis e Maurizio Zamparini, questi ultimi due, seppure non campioni di simpatia, senza dubbio manager più affidabili dei precedenti.

PENE PIÙ SEVERE

L’inasprimento delle sanzioni e il divieto di scommettere sui campionati minori potrebbe essere un buon deterrente per scoraggiare chi trucca le partite. Ma i provvedimenti vanno presi subito, altrimenti al prossimo giro di valzer staremo ancora a chiederci come arginare un fiume in piena che ha rotto gli argini da diverso tempo. Accostare il reato di frode sportiva a quello di mafia è un buon espediente. Associazione mafiosa, il 41 bis, la confisca dei beni sono sanzioni che possono essere appropriate.

Chi falsa il risultato delle gare deve avere la consapevolezza di essere partecipe di un reato grave. Perché entra in complicità con le organizzazioni criminali, aiutandole ad approvvigionarsi di grandi quantità di risorse finanziarie. Tutti soldi freschi che permettono loro di continuare a svolgere attività illegali. Quindi colui che corrompe è con tutte le scarpe dentro l’ingranaggio mafioso. Proprio oggi comincia l’iter della mozione depositata alla Camera da un gruppo di deputati (primo firmatario  Walter Rizzetto di Alternativa Libera) che in pratica sfidano il Governo a prendere provvedimenti veloci. Si spera in una rapida calendarizzazione in commissione per arrivare poi al voto senza aspettare nuovi scandali.

L’ultima indagine di Catania ha messo in mostra la vera natura del calcio truccato che trae il massimo vantaggio da scommesse tipo Over o risultato primo tempo. Rimane difficile credere che i dirigenti del Catania abbiano deciso di corrompere un campionato sano. È molto probabile che il sistema fosse già conosciuto e utilizzato da altri, non soltanto di serie B.   Ma oltre alle nuove regole vanno estirpati dal calcio quei dirigenti arruffoni che continuano a imperversare.

DILETTANTI

Ha ragione Damiano Tommasi,  il presidente dell’Assocalciatori quando ricorda che «senza la complicità di chi va in campo non si può organizzare nulla di illecito. Ma purtroppo i calciatori sono l’anello debole e c’è chi, in situazioni di debolezza, non ha mezzi per opporsi a chi lo sceglie scientificamente».