La Lega cambia tesoriere. Da un condannato all’altro

Giulio Centemero non è più il tesoriere della Lega. L'assemblea ha scelto il commercialista Alberto Di Rubba.

La Lega cambia tesoriere. Da un condannato all’altro

Dopo nove anni di onorato servizio, Giulio Centemero non è più il tesoriere della Lega. Una decisione inattesa, arrivata nel corso del Consiglio federale del Carroccio a Milano, che come spiegano da via Bellerio non è altro che “un normale avvicendamento” che nulla ha a che vedere con il fatto che l’ormai ex amministratore federale è stato condannato a otto mesi di carcere con l’accusa di finanziamento illecito al partito.

Giulio Centemero non è più il tesoriere della Lega. L’assemblea ha scelto il commercialista Alberto Di Rubba

Che le cose stiano così non c’è da dubitarne visto che al suo posto l’assemblea ha scelto il commercialista Alberto Di Rubba (nella foto), amico ed ex socio proprio di Centemero, già condannato in primo grado a cinque anni in abbreviato per turbativa d’asta e peculato a causa della compravendita gonfiata del caponannone di Cormano, acquistato con soldi pubblici dalla Lombardia film commission. Ma se per il Carroccio non c’è nulla di strano, probabilmente qualcuno potrebbe pensarla diversamente alla luce di quanto messo nero su bianco dal gup Guido Salvini.

Già perché nelle oltre cento pagine di motivazioni della sentenza a carico di Di Rubba e del suo collega Andrea Manzoni (quest’ultimo condannato a quattro anni e quattro mesi), il magistrato ha usato parole inequivocabili: “Insediarsi in un ente regionale e sfruttare tale posizione (anche) per dirottare su sé stessi denaro pubblico è un pessimo esempio, perché aggiunge sfiducia e rifiuto da parte dei cittadini nei confronti delle amministrazioni territoriali e nella attività politica in genere”.

Poi, in un passaggio finale, concludeva spiegando che quanto accertato costituiva “un modello davvero deteriore offerto dagli imputati, perché la loro attività di origine politica è risultata soprattutto finalizzata ad ottenere arricchimenti personali”. Certo si tratta solo del primo grado, con l’appello che deve ancora iniziare, ma di sicuro un j’accuse tanto forte sembra difficile da ignorare.

Al centro del processo c’è la compravendita del capannone di Cormano, acquistato dalla Lombardia film commission nel dicembre del 2017 ai tempi in cui il presidente era proprio Di Rubba, che secondo la ricostruzione dell’accusa è stato venduto a prezzo gonfiato. Un affare, secondo la ricostruzione della procura, grazie al quale sarebbero stati drenati parte degli 800mila euro di fondi pubblici usati per l’acquisto. Un verdetto pesante, con la pena inflitta dal gup che per entrambi gli imputati è stata più alta di quattro mesi rispetto alla richiesta pervenuta dalla Procura.

Certo è che se Di Rubba ha qualche guaio, non sembra andare tanto meglio neanche al suo predecessore. Centemero, infatti, nel marzo 2022 è stato condannato a otto mesi di carcere per finanziamento illecito per i 40 mila euro ricevuti da Esselunga. Un’indagine curata dal pubblico ministero Stefano Civardi che durante la sua requisitoria usò parole di fuoco dicendosi convinto di aver dimostrato che “il 13 giugno del 2016 per volontà di Bernardo Caprotti”, patron di Esselunga morto quello stesso anno, “sono stati erogati 40mila euro alla Lega”.

Denaro che secondo l’accusa era stato “camuffato da liberalità nei confronti dell’associazione Più voci”, di cui Centemero era rappresentante legale, per “pagare i debiti della voragine aperta della Lega, che è Radio Padania”. In altre parole Più voci, nella quale oltre a Centemero figuravano anche i nomi dei revisori contabili della Lega ossia proprio Manzoni e Di Rubba, non sarebbe stata altro che “un’articolazione politico-organizzativa” del partito.