La Lega scarica la Missione Sophia, ma i Cinque Stelle frenano. Salvini non vuole più sorvegliare il Mediterraneo insieme all’Europa

Bruxelles decide di rinviare di sei mesi la scelta sul futuro della missione Sophia

Mentre Bruxelles decide di rinviare di sei mesi la scelta sul futuro della missione Sophia (Eunavfor Med) e ritira le navi (posizione discutibile per missione marittima), la Lega e il Movimento 5 Stelle sono ai ferri corti sul ruolo dell’Italia nelle operazioni militari all’estero, e in particolare proprio sulla missione Sophia. Infatti nei prossimi giorni il Governo deve mandare al Parlamento il nuovo documento con cui si autorizza la presenza delle nostre forze armate al di fuori dei confini nazionali e tra queste rientra anche la Enuavfor Med, di cui la Lega vorrebbe la cancellazione mentre i 5 Stelle sarebbero intenzionati a mantenerla in vita, e sotto il comando italiano.

Gli ambasciatori dei due partiti sono impegnati da giorni nell’esame del dossier, ma le posizioni sarebbero inconciliabili, al punto che ieri il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, avrebbe dovuto rispondere a un’interpellanza urgente del Movimento 5 Stelle in cui si chiede “quali iniziative intenda assumere per confermare e rilanciare la missione (Sophia n.d.r.) che ricopre un ruolo cruciale, svolto nel Mediterraneo centrale, nel contrasto al traffico di persone, nel contributo all’embargo sulle armi e nella raccolta di dati significativi per la sicurezza comune”. Inoltre la richiesta dei deputati pentastellati alla Trenta, evidenzia come “in assenza di un accordo in sede Ue, la parte in mare della missione Sophia sarà chiusa e il comando della missione – ridotta al solo pattugliamento aereo con 4 velivoli e un drone – verrà trasferito a Bruxelles”.

A causa dell’assenza del Ministro l’interpellanza non si è svolta così il governo è riuscito a prendere tempo, una strategia utile anche per capire cosa sia stato deciso a Bruxelles sul comando della missione Sophia visto che per ora, sembra, si sia deciso di lasciarlo in mani italiane, ma pare che la Francia lo voglia rivendicare per sé. Così, in mancanza di un accordo tra i partiti di maggioranza la questione sbarcherà sul tavolo del consiglio supremo di Difesa, guidato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella al quale partecipano di diritto i ministri della Difesa, degli Esteri e dell’Economia, insieme al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e ai ministri dello Sviluppo Economico e dell’Interno, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, oltre al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Enzo Vecciarelli.