La Libia corre verso la guerra civile: i manifestanti anti-governativi minacciano la chiusura dell’impianto di gas di Mellitah

La Libia corre verso la guerra civile: i manifestanti anti-governativi minacciano la chiusura dell’impianto di gas di Mellitah

La Libia corre verso la guerra civile: i manifestanti anti-governativi minacciano la chiusura dell’impianto di gas di Mellitah

La crisi politica in Libia si intensifica. Un gruppo di manifestanti ha minacciato di chiudere l’impianto di gas di Mellitah, strategico sito energetico situato nell’ovest del Paese, come forma di pressione contro il governo di Tripoli guidato da Abdelhamid Dabaiba. La minaccia arriva a poche ore da una manifestazione che ha visto un’ampia partecipazione popolare davanti alla sede della Missione delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil), con la presenza di cittadini provenienti da Zawiya, Janzur e altre zone dell’ovest.

I manifestanti chiedono a gran voce la destituzione del governo in carica, accusato di essere incapace di far fronte al deterioramento delle condizioni politiche ed economiche del Paese. Durante la protesta, le Nazioni Unite avevano inizialmente schierato mezzi blindati anti-sommossa e uomini delle forze di peacekeeping, ma si sono successivamente ritirate, consentendo ai manifestanti di entrare pacificamente nell’edificio dell’Unsmil.

L’irruzione si è trasformata in un’occasione di dialogo. La missione Onu ha infatti ricevuto una delegazione del comitato per il dialogo nazionale della regione occidentale, in rappresentanza dei manifestanti. La delegazione ha espresso una forte insoddisfazione per l’attuale situazione, denunciando l’assenza di una prospettiva politica chiara e sostenibile e l’aggravarsi della crisi sociale ed economica.

La Libia corre verso la guerra civile: i manifestanti anti-governativi minacciano la chiusura dell’impianto di gas di Mellitah

Tra le richieste, spicca la necessità di un cambio di governo da realizzare attraverso la Camera dei rappresentanti e l’Alto Consiglio di Stato. I rappresentanti del comitato hanno sollecitato un processo politico scandito da fasi precise e limitato nel tempo, con l’obiettivo di arrivare a elezioni generali trasparenti e inclusive. Hanno inoltre esortato l’Unsmil a garantire che qualsiasi iniziativa politica futura sia guidata dalla volontà del popolo libico e improntata alla massima responsabilità istituzionale.

La missione delle Nazioni Unite ha ribadito il proprio impegno a collaborare con tutte le parti libiche per giungere a una piena unificazione delle istituzioni e per l’organizzazione, il prima possibile, di elezioni nazionali.

Nel frattempo, la minaccia di un blocco dell’impianto di Mellitah – vitale per le esportazioni di gas verso l’Italia e l’Europa – solleva timori anche sul piano energetico e geopolitico. Un’escalation che potrebbe avere ripercussioni ben oltre i confini libici, in un momento in cui la stabilità del Paese resta fragile e la strada verso un accordo condiviso appare ancora in salita.