Il governo di stabilità nazionale della Libia orientale, che ha la sua base a Begasi, ha respinto all’aeroporto la missione del Team Europe, di cui fanno parte diversi ministri degli Interni tra cui quello italiano Matteo Piantedosi, e il commissario europeo per le Migrazioni Magnus Brunner. Lo ha comunicato lo stesso governo di Bengasi, che denuncia una “flagrante violazione delle consuetudini diplomatiche, dei documenti internazionali e delle norme che regolano l’ingresso, il movimento e la permanenza dei diplomatici stranieri”.
Di conseguenza, afferma ancora il comunicato, “è stata annullata la visita programmata”, nel corso del loro trasferimento verso l’aeroporto internazionale di Benina, a Bengasi. Gli esponenti europei “sono stati informati della necessità di lasciare immediatamente il territorio libico e sono stati dichiarati ‘persona non grata’”, si legge. Il governo libico – ha scritto ancora l’esecutivo di Bengasi – “richiede con fermezza, a tutti i diplomatici e dei membri delle missioni internazionali, nonché delle organizzazioni governative e non governative, il rispetto per la sovranità dello Stato e il pieno impegno a mantenere rapporti diplomatici e cooperazione internazionale”.
Piantedosi “respinto” in Libia
“Parlerò con il ministro Piantedosi appena possibile”, assicura il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a proposito di quanto avvenuto al titolare degli Interni in Libia. Il segretario di +Europa, Riccardo Magi, ricorda invece come l’Italia considera la Libia: “Quando nel 2024 la Corte di Cassazione affermò che la Libia non è un porto sicuro e che non potevano essere riportati indietro i migranti raccolti nel mediterraneo, la maggioranza meloniana alzò la solita bagarre contro la magistratura. Ora che Piantedosi è stato respinto insieme alla delegazione europea cosa diranno? Lo stesso ministro che pochi giorni fa ha incontrato al Viminale il generale Haftar e che ha messo a disposizione un aereo di Stato per far tornare a casa il macellaio Almasri. La verità è che tutti gli accordi che l’Italia ha siglato con quel Paese sono carta straccia, dal protocollo per le motovedette al Piano Mattei. Meloni riveda gli accordi con i libici e non sacrifichi vite umane in cambio della sua propaganda. Piantedosi stasera tornerà a casa, mentre centinaia di uomini e donne che cercano di raggiungere l’Europa finiranno nelle mani dei torturatori”.
I capogruppo M5S nelle commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato, Alfonso Colucci a Alessandra Maiorino, punzecchiano ancora l’esecutivo: “Abbiamo capito in cosa consiste l’autorevolezza del governo Meloni nei paesi del Nord Africa, in Libia in particolare: mentre noi riaccompagniamo in patria con un volo di Stato Almasri, un trafficante di esseri umani e stupratore inseguito dalla Cpi, il nostro ministro dell’interno Piantedosi viene respinto dal governo dell’est della Libia con il resto della delegazione di ministri europei al loro arrivo a Bengasi. Abbiamo dovuto sentir parlare di ruolo strategico dell’Italia nel Mediterraneo oltre che in Europa e nel mondo, abbiamo ascoltato la presidente Meloni parlare di rapporto con la Libia come una priorità per l’Italia e l’Europa e di una cooperazione profonda che non ha ancora espresso tutte le sue potenzialità. Poi assistiamo a una continua genuflessione su tutto il globo terracqueo fino a umiliazioni come quella di oggi in Libia. L’Italia è in balia delle correnti in qualsiasi consesso internazionale. Una totale disfatta del governo Meloni”.