La lobby di Facebook e Google alla corte del deputato nemico. Boccia è da anni il paladino della web tax italiana ma la sua associazione è supportata dai big Usa

Boccia è da anni il paladino della web tax italiana e ora la sua associazione è supportata dai big Usa

L’attività di lobby è fatta anche di questo, per carità. Ma aiuta a far riflettere su cosa accade nel dietro le quinte di alcune battaglie politiche. Capita così che il paladino parlamentare della web tax, ovvero il presidente dem della Commissione bilancio della Camera, Francesco Boccia, sia diventato un grande fan di startup digitali, al punto da aver lanciato un paio di anni fa una sorta di festival tematico nella sua Puglia. E fin qui nulla di particolarmente rilevante. Poi però si scopre che quel festival, Digithon, ha lo stesso identico nome di un’associazione che di fatto contribuisce a organizzare l’evento, presieduta dal medesimo Boccia. Il quale, nel corso del tempo, avrà verosimilmente permesso all’associazione di coagulare intorno a sé un gran quantità di aziende che “supportano” Digithon, come testualmente dice il sito internet.

I nomi – L’elenco è davvero corposo. E accanto a società a partecipazione pubblica come Invitalia ed Enel, e a un nutrito drappello di banche (tra cui Intesa e Unicredit), spuntano fuori pure Google e Facebook. Qui qualche sorpresa sorge, visto che i due colossi a stelle e strisce rientrano nella categoria dei “bersagli” di quella web tax che Boccia propugna almeno dal 2013. Ma in quali termini queste aziende “supportano” l’associazione del deputato Pd? La Notizia lo ha chiesto a Diego Ciulli, responsabile public policy di Google Italia, il quale ha spiegato di essere inserito nel comitato scientifico e nella giuria del festival organizzato dall’associazione di Boccia. Insomma, a detta di Ciulli Google non darebbe finanziamenti diretti a Digithon. Ieri il nostro giornale ha tentato più volte di contattare telefonicamente Boccia, senza riuscire a raggiungerlo. Ma un fatto sembra indiscutibile: nelle infinite vie del lobbismo nostrano le società più colpite delle politiche di Boccia sulla web tax si sono poi avvicinate all’associazione del parlamentare, se non altro per dare un segnale di attenzione al suo festival digitale. Un modo, magari, anche per poter contare su un confronto più fluido con quello che sulla carta dovrebbe essere un loro “nemico”. Senza contare che anche in questo caso si ripropone il tema di quelle associazioni guidate da parlamentare che, anche nel perimetro degli scopi più nobili, finiscono con l’essere un luogo di ritrovo per istituzioni e aziende.

Il dettaglio – Che poi non tutti i colossi del web sono tra i sostenitori di Digithon. Nella categoria, per esempio, non rientra Amazon, il supermarket digitale di Jeff Bezos particolarmente preso di mira da Boccia nelle ultime settimane. L’altro ieri, per dire, il parlamentare ha detto che “il monopolio commerciale di Amazon non deve diventare monopolio logistico”. Qualche giorno prima, commentando la web tax contenuta nella Manovra, ha chiesto la sua estensione anche all’e-commerce, leggasi sempre Amazon. Insomma, un festival di posizioni critiche nei confronti del gigante americano.