La Lombardia azzera l’inflazione

Da ieri i lombardi hanno scoperto che nella Regione guidata dal leghista Fontana, perfino l’inflazione non è uguale per tutti.

La Lombardia azzera l’inflazione

È passato meno di un mese da quando il Comune di Milano ha dovuto aumentare il costo del biglietto per il trasporto urbano, portandolo da 2 a 2,20 euro. Contestualmente le tariffe di Trenord, il gestore del trasporto regionale lombardo su rotaia, sono aumentate di circa il 4%.

Da ieri i lombardi hanno scoperto che nella Regione guidata dal leghista Fontana, perfino l’inflazione non è uguale per tutti

L’adeguamento del prezzo della corsa sui mezzi pubblici urbani, non solo nel capoluogo, ma anche in altre città lombarde, era stato rinviato dal luglio scorso, quando la Regione Lombardia aveva deliberato un aumento dei prezzi che teneva conto dell’inflazione, fissando gli adeguamenti al 7,6%. Il Comune di Milano era riuscito ad evitare l’aumento fino alla fine del 2022, intervenendo con risorse proprie.

Da ieri i lombardi hanno scoperto che nella Regione guidata dal leghista Attilio Fontana, perfino l’inflazione non è uguale per tutti. Mentre gli utenti del trasporto pubblico continuano a lanciare strali contro la persona sbagliata, il sindaco di Milano Beppe Sala, ritenendolo responsabile dell’aumento del biglietto Atm (non hanno subito rialzi i prezzi gli abbonamenti), la giunta di centrodestra che governa la Regione, in piena campagna elettorale, ha deciso di fare un regalo a imprenditori turistici e possessori di barche.

Categorie che non è difficile ipotizzare rientrino nel potenziale bacino elettorale di Fontana. Per queste categorie l’adeguamento Istat dei canoni demaniali è stato congelato all’indice Istat 2022 approvato a fine 2021. La misura è stata inserita nella Legge di bilancio regionale che ha infatti bloccato l’aggiornamento Istat del 2023. L’adeguamento avrebbe comportato, a causa dell’inflazione, un incremento dei canoni di concessione del 14,5% rispetto ai canoni applicati per il 2022.

A beneficiarne saranno 1.560 strutture turistico-ricettive che si affacciano sui laghi e sui fiumi lombardi (alberghi, campeggi, ristoranti, bar, stabilimenti balneari, cantieri nautici, attività di noleggio, rimessaggio e locazione barche) e privati cittadini titolari di concessioni demaniali per ormeggi e posti barca. “Il provvedimento è frutto di un emendamento, a firma di Marco Colombo (Lega, ndr), alla Legge di bilancio approvata in Consiglio regionale” – dice Claudia Terzi, assessora regionale alle Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile (anche lei leghista) – “e consente di evitare aumenti gravosi”.

Per Terzi, si tratta di “una misura concreta che va nella direzione di calmierare gli effetti dell’inflazione e supportare l’economia delle nostre zone lacustri e non solo, già colpite dalla crisi Covid”. “Regione Lombardia ha obbligato noi e tutti i comuni e le province facenti parti dell’agenzia del trasporto pubblico locale ad aumentare i prezzi del biglietto Atm per l’adeguamento Istat. Mi stupisce molto che chi a livello nazionale continua a promettere di abbassare le tasse, poi a livello locale, dove governa da anni, si comporti esattamente all’opposto, costringendo all’aumento tariffario”, aveva commentato nel luglio scorso l’assessora alla mobilità del Comune di Milano, Arianna Censi.

“Il ruolo della Regione in questa partita è solo quello di dire quali siano le possibilità per quel che compete a noi. Poi sarà il Comune a decidere se fare l’aumento, l’adeguamento, se farlo parziale o integrale. Noi diciamo i limiti entro i quali si possono muovere”, aveva replicato il governatore Fontana, rilanciando la palla nella metà campo di Sala. Adesso si scopre che gli utenti del trasporto pubblico e i pendolari devono pagare i rincari, i proprietari di posti barca, attracchi, ristoranti vista lago, alberghi nei luoghi di villeggiatura, invece no.

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