La Lombardia taglia i tempi delle visite. Anziché ridurre le liste d’attesa

Ridurre le liste d'attesa in sanità? La Regione Lombardia ordina ai medici di visitare i pazienti come fossero a una catena di montaggio.

La Lombardia taglia i tempi delle visite. Anziché ridurre le liste d’attesa

Ridurre le liste d’attesa in sanità? La Regione Lombardia adotta una misura che sembra ispirata al dottor Guido Tersilli, il personaggio di Alberto Sordi, che nel suo ambulatorio di medico della mutua visitava pazienti come fosse a una catena di montaggio. È quello che grazie a una determina di fine aprile, saranno costretti a fare i medici specialisti ambulatoriali.

Ridurre le liste d’attesa in sanità? La Regione Lombardia ordina ai medici di visitare i pazienti come fossero a una catena di montaggio

Se prima per un’ecocardiografia il tempo necessario stimato era di 30 minuti, la determina lo riduce a venti. Lo stesso accade per altre prestazioni specialistiche, tanto che per la prima volta domani, 31 maggio, gli specialisti aderiranno in massa allo stato di agitazione proclamato dalla Uil, compresi molti che hanno in tasca la tessera degli altri sindacati. “Mentre l’intenzione di migliorare l’accesso alle cure è apprezzabile”, dice il segretario confederale della Uil Lombardia Salvatore Monteduto, “le modalità con cui si intende attuare tale piano sollevano dubbi significativi sulla sua sostenibilità e sull’impatto sul personale sanitario. La delibera, infatti, propone un notevole aumento degli slot di prestazione e stabilisce tempi massimi di esecuzione rigidi per ogni prestazione. E per fare un esempio di quanto deliberato basta dire che si è assegnato un tempo massimo di 20 minuti per una prima visita oculistica, 40 minuti per una colonscopia con endoscopio flessibile, e soltanto 15 minuti per un’ecografia ginecologica”.

“Questi limiti temporali”, continua il sindacalista, “rischiano di trasformare la cura in un processo meccanico, mettendo a dura prova la capacità degli operatori di fornire assistenza personalizzata e attenta. Si tratta di un insostenibile aumento del carico di lavoro imposto agli operatori sanitari, che sono già sottoposti a un elevato livello di stress. Impegnare il personale sanitario a rispettare tempi così ristretti per ogni trattamento non solo è irrealistico ma pericoloso, poiché ignora la complessità e l’individualità di ciascun caso clinico”.

Domani molti specialisti aderiranno allo stato di agitazione proclamato dal sindacato

“Il sunto di tutto”, dice alla Notizia, una specialista che domani aderirà allo sciopero, “è che per ridurre i tempi di attesa hanno avuto la bella pensata di ridurre la tempistica della prestazione, scrivendo in malafede che è una foto dei tempi attuali dell’esecuzione degli esami. Posto che ogni azienda ha i suoi, esiste un contratto collettivo nazionale al quale si è sempre fatto riferimento ed è il medico stesso che dà la tempistica dell’esame in base a quello che trova e a quello che ha davanti”. “Pensano davvero di ridurre le liste d’attesa in questo modo?”, si chiede la dottoressa, “perché non fanno, invece, tutte quelle cose che veramente servirebbero per ridurle, come utilizzare i privati convenzionati inserendoli nel Cup unico della Regione? E perché prima di arrivare alla determina non è stato interpellato nessuno, né i sindacati né l’Ordine dei medici?”.

Lo sciopero degli specialisti poliambulatoriali vedrà i medici astenersi dal lavoro per tutta la giornata di domani: “Stiamo valutando se fare un presidio davanti a uno dei poliambulatori più grandi, in via Rugabella o in via Andrea Doria, per informare anche i pazienti del perché scioperiamo. Le nostre rivendicazioni? Vogliamo che Regione Lombardia riveda le tempistiche, assuma nuovi personale e che doti i poliambulatori di una strumentazione più moderna, perché abbiamo strumenti molto vecchi che ci impediscono di fare in modo decoroso il nostro lavoro”, conclude la specialista.