Non c’è solo il tanto contestato contributo di banche e assicurazioni. La Manovra varata dal governo Meloni, ma che ancora deve essere in parte scritta, riserva diverse sorprese sul fronte delle tasse. Tra nuovi balzelli e rincari che riguardano imprese e cittadini. A fronte di una minima riduzione legata al taglio della seconda aliquota Irpef e alla detessazione di straordinari e notturni, sono in arrivo diverse stangate. Basti pensare che i 30-40 euro l’anno risparmiati sull’Irpef verranno spesi tutti in carburanti, con l’aumento delle accise sul diesel.
L’obiettivo del governo e del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, con questa Manovra è stato quello di rientrare in anticipo nei parametri Ue per poter poi chiedere i prestiti per il riarmo. E per farlo si è deciso di colpire famiglie e imprese con nuove tasse. Le banche, come detto, ma anche i consumatori: automobilisti, fumatori, proprietari di casa. La questione più nota è quella relativa a banche e assicurazioni: oltre all’aliquota del 27,5% sul patrimonio messo a riserva nel 2023, è arrivato l’aumento dell’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive: salirà di due punti al 6,65% per tutto il comparto finanziario. Da questa misura è atteso più di un miliardo, legato quindi all’aumento di una tassa.
Si passa poi al capitolo delle famiglie: contestata, anche nella maggioranza, è la crescita della cedolare secca per gli affitti brevi (minori di 30 giorni, come quelli di Airbnb). L’aliquota passerà dal 21% al 26% sulla per la prima casa in affitto, come già avviene per chi affitta più immobili. Insomma, per le destre la casa non è più sacra. E sul turismo il governo punta a fare cassa anche con la possibilità per i Comuni di incrementare l’imposta di soggiorno: in questo caso, il 30% dell’extra-gettito finirà nelle casse dello Stato.
La Manovra delle tasse, pagano le imprese ma anche i consumatori
Ci sono poi i nuovi rincari previsti per i consumatori comuni. Il primo è quello relativo alle accise sui carburanti: la Manovra prevede il riallineamento tra diesel e benzina. Entrambe saranno a quota 672,90 euro ogni mille litri. Che vuol dire 4,05 centesimi in più per il diesel e 4,05 centesimi in meno per la benzina. Sempre che, nel caso dei ribassi, i distributori adeguino realmente i prezzi (in passato non è andata proprio così). Una scelta presa nella logica del superamento dei sussidi ambientalmente dannosi, ma che costerà per ogni litro di diesel 4,94 centesimi in più considerando anche l’Iva. Si dirà che queste due operazioni saranno a somma zero, ma non è così.
Perché, come ricorda Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, il ministero dell’Ambiente ha scritto che il riallineamento prevede in realtà maggiori entrate per lo Stato. Quindi per gli automobilisti sembra probabile una “stangata” che arriverà “con il beneplacito del governo che, grazie all’Iva, incasserà sempre più soldi”. Anche perché, ricorda il Codacons, in Italia sono 16,6 milioni le auto a gasolio circolanti: per loro un pieno di diesel costerà 2,47 euro in più di oggi e annualmente parliamo di circa 60 euro in più a vettura.
Sempre sul fronte delle accise, la Manovra aumenta anche quelle sulle sigarette: si passa da 29,50 euro ogni mille pezzi a 32 euro nel 2026. Una cifra che salirà fino ai 38,50 euro del 2028. In tre anni un pacchetto di sigarette costerà circa 22 centesimi in più e già dal 2026 l’incremento è di 6 centesimi, tra accise e Iva. Cresce anche l’aliquota per il tabacco riscaldato, dal 39,5% al 41% entro il 2028. Per le sigarette elettroniche invece si sale al 22% per i prodotti con nicotina e al 17% per quelli senza. Infine, ci sono anche altri aumenti di tasse previsti.
A partire dalla flat tax per chi detiene grandi capitali e trasferisce la residenza in Italia: si sale da 200mila a 300mila euro. Con un raddoppio anche del contributo chiesto per i familiari, che passa da 25mila a 50mila euro. Infine, arriva anche una sorta di tassa sul soccorso alpino: chi lo chiama potrebbe essere costretto a pagare le spese di soccorso se l’intervento è dovuto a dolo o negligenza.