La Meloni snobbata da tutti in Europa

Dopo l’esclusione dal vertice tra Macron, Scholz e Zelensky, al Consiglio Ue salta pure l’incontro bilaterale tra la Meloni e il presidente ucraino.

La Meloni snobbata da tutti in Europa

Prima snobbata, poi costretta a ingoiare il boccone amaro del trilaterale organizzato a sua insaputa da Emmanuel Macron e, in ultimo, pur di sferzare il leader francese si è rimangiata il suo notorio sovranismo. C’è voluto il leader francese e l’onta subita per mandare in confusione Giorgia Meloni che ieri mattina ha fatto trapelare tutto il proprio disappunto per l’incontro parigino tra il leader francese, Olaf Scholz e Volodymyr Zelensky, di fatto smentendo la nota di 24 ore prima in cui minimizzava l’accaduto.

Dopo l’esclusione dal vertice tra Macron, Scholz e Zelensky, al Consiglio Ue salta pure l’incontro bilaterale tra la Meloni e il presidente ucraino

Cosa ancor più incredibile, ciò a riprova di come questa vicenda ha colpito nel profondo la leader, si è lasciata andare a un inaspettato europeismo. “Francamente mi è sembrato inopportuno (il summit di Parigi, ndr), perché credo che la nostra forza in questa vicenda sia l’unità e la compattezza”, ha detto la Meloni appena arrivata a Bruxelles. “Io capisco il fatto di privilegiare le proprie opinioni pubbliche interne, ma così si va a discapito della causa” è la successiva bordata con cui sembra aver definitivamente messo un punto a quegli stessi slogan sovranisti che ripeteva in campagna elettorale.

Quel che è certo è che queste parole non hanno minimamente scalfito Macron che ha dribblato le polemiche limitandosi a dire di non avere “commenti da fare”. Peccato che poco dopo, rigorosamente senza citare la Meloni, qualcosa l’ha detta: “Ho voluto ricevere il presidente Zelensky con il cancelliere Scholz, nel contesto del nostro ruolo. La Germania e la Francia hanno un ruolo particolare da otto anni su questa questione perché abbiamo anche condotto insieme questo processo”.

Si tratta di un pensiero duro, a tratti spietato, che sminuisce l’importanza dell’Italia nello scacchiere europeo e internazionale, ridicolizzando un altro slogan elettorale della Meloni che diceva a destra e manca che con lei per l’Ue sarebbe “finita la pacchia” e che Roma sarebbe tornata a sedere ai tavoli che contano. Peccato che quanto stiamo vedendo dimostra l’esatto opposto perché a quei tavoli non veniamo più neanche invitati. Un netto passo indietro rispetto a quando c’era Giuseppe Conte, molto stimato e considerato in Europa, o Mario Draghi che a giugno scorso era salito su di un treno per Kiev assieme, ironia della sorte, a Macron e Scholz.

Ma l’inquilino dell’Eliseo, sempre rispondendo a Meloni, non si è tenuto e dopo ha spiegato anche di aver legittimamente proposto un trilaterale e se Zelensky l’ha accettata è perché lui ha scelto “il formato che vuole” per i colloqui diplomatici. E a quanto pare, malgrado da Palazzo Chigi per ore si è ripetuto di un bilaterale tra il leader ucraino e la premier italiana, nel pomeriggio è arrivata una doccia fredda da Zelensky.

Che, in modo inaspettato, ha declinato tutti gli incontri faccia a faccia con diversi leader europei, preferendo concedere soltanto summit di gruppo. Nel caso dell’Italia, con Spagna, Polonia, Romania, Olanda e Svezia. Un’altra mazzata per la Meloni, alla quale non è rimasto che far trapelare di essersi intrattenuta qualche minuto con Zelensky a margine del summit.

Ma ieri nel corso del Consiglio europeo straordinario tenuto a Bruxelles e che proseguirà oggi, non sono mancati i colpi di scena. Il più clamoroso è stato sicuramente l’apertura, davvero inattesa, alla fornitura di aerei militari dai Paesi Ue al Kiev. A dirlo, dopo l’intervento a Bruxelles di Zelensky, è stata la presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola: “Conosciamo il sacrificio che il vostro popolo ha sopportato per l’Europa e dobbiamo onorarlo non solo con le parole ma anche con i fatti.

“Con fondi per il tuo popolo, con l’aiuto nella ricostruzione e l’addestramento delle tue truppe. Con attrezzature militari e sistemi di difesa”. Ma, secondo la leader Ue, si può fare di più e infatti spiega che “ora gli Stati devono considerare, rapidamente, come passo successivo, fornire sistemi a lungo raggio e i jet necessari per proteggere la libertà che troppi hanno dato per scontata”.

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