La Nato e l’Europa continuano a soffiare sul fuoco della guerra. La prima evocando scenari bellici e la seconda insistendo, a dispetto dei negoziati in corso per la fine delle ostilità, sull’uso degli asset russi per finanziare l’Ucraina che lo zar in persona, Vladimir Putin, ha già definito un furto. Ma sugli asset la partita di Ursula è in salita. “I conflitti sono esattamente davanti alla nostra porta di casa. La Russia ha riportato in Europa la guerra. Dobbiamo essere pronti a fare quello che hanno fatto allora i nostri padri e i nostri nonni”, ha detto il segretario generale della Nato Mark Rutte, pronunciando un discorso a Berlino.
La Nato e l’Europa soffiano sul fuoco della guerra
“Immaginate che i missili russi possano raggiungere qualsiasi casa o edificio in qualsiasi Paese d’Europa. Ovunque milioni di morti, feriti e di profughi. È un pensiero terribile”, ha continuato. “Ma se noi adempiamo ai nostri doveri come partner Nato, possiamo evitare uno scenario del genere”, ha insistito. “Con la sua economia di guerra, la Russia potrebbe essere pronta a usare la forza militare contro la Nato entro cinque anni”, ha affermato. Secondo Rutte, quindi gli Alleati “devono essere preparati a guerre su grande scala”, con un riferimento alle guerre mondiali che hanno devastato il continente nella prima metà del XX secolo.
Asset russi congelati a tempo indeterminato
E poi c’è il grande tema degli asset russi. Ieri è arrivato il via libera dal Consiglio Ue alla proposta della Commissione per garantire che gli asset russi restino immobilizzati a prescindere dal rinnovo delle sanzioni. Il testo è passato con 25 sì e i due no di Ungheria e Slovacchia. La proposta ha alla base l’articolo 122 del Trattato sul funzionamento dell’Ue, che consente di prendere decisioni a maggioranza qualificata in caso di gravi difficoltà economiche.
“Stiamo inviando un forte segnale alla Russia”, ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. “Nel Consiglio europeo di ottobre, i leader dell’Ue si sono impegnati a mantenere congelati i beni russi fino a quando la Russia non porrà fine alla sua guerra di aggressione contro l’Ucraina e non risarcirà i danni causati. Oggi abbiamo mantenuto tale impegno. Prossimo passo: garantire il fabbisogno finanziario dell’Ucraina per il 2026-2027”, ha commentato il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa.
Ma sull’uso nulla è scontato
Poi si passerà al meccanismo per dare i quattrini all’Ucraina. E qui la partita si fa più complicata. Non c’è solo il Belgio ad essere scettico. Anche l’Italia, ad esempio, è esitante. E non solo. Il tema terrà banco al prossimo Consiglio europeo del 18 dicembre. “In uno spirito di cooperazione” Belgio, Bulgaria, Italia e Malta hanno votato “sì” al blocco indeterminato degli asset russi “ma precisano che tale voto non pregiudica in alcun caso la decisione sull’eventuale utilizzo dei beni russi immobilizzati che deve essere presa a livello dei leader e che non costituisce un precedente per il settore della politica estera e di sicurezza comune”, si legge infatti in uno dei passaggi della dichiarazione che i quattro Paesi membri hanno allegato al verbale della procedura scritta sul voto per il congelamento indeterminato dei beni russi.
La Banca centrale russa fa causa a Euroclear
Intanto la Banca Centrale di Russia ha intentato una causa contro Euroclear presso la Corte Arbitrale di Mosca “per ottenere il risarcimento dei danni causati alla Banca di Russia”, si legge in un comunicato. Euroclear detiene in pancia 185 miliardi di beni russi sui 210 congelati. I depositari centrali come Euroclear possono rivalersi sui beni sequestrati in Russia, ha replicato il commissario Ue all’Economia Valdis Dombrovskis. “Ci aspettiamo che la Russia continui ad avviare procedimenti legali di natura speculativa per impedire all’Ue di far rispettare il diritto internazionale e di perseguire l’obbligo giuridico della Russia di risarcire l’Ucraina”, ha concluso Dombrovskis.