La Pedemontana degli sprechi. I Comuni in rivolta per la variante della Regione

I sindaci in audizione al Pirellone elencano la lista delle criticità della Pedemontana. Pizzignini (M5S): "Opera insostenibile".

La Pedemontana degli sprechi. I Comuni in rivolta per la variante della Regione

“Una voragine di sprechi e inefficienze”. Non usa giri di parole la consigliera regionale del M5S Paola Pizzighini dopo l’audizione di ieri in V Commissione regionale Infrastrutture degli amministratori brianzoli i cui comuni sono interessati dalla tratta D breve della Pedemontana. Che Pizzighini definisce “l’autostrada più costosa della storia d’Italia”, sottolineando quali sono le criticità che hanno da sempre caratterizzato l’iter dell’opera: “Non c’è un progetto definitivo, i sindaci lamentano carenze nell’ascolto del territorio e il Parco Nord Est (Pane) sarebbe tagliato in due dal cemento, con buona pace dei terreni e delle produzioni agricoli, nonché della Rer (Rete ecologica regionale), che dovrebbe prevedere tutele ambientali”.

I sindaci in audizione al Pirellone elencano la lista delle criticità della Pedemontana

L’opera non è solo insostenibile dal punto di vista ambientale, preoccupa per Pizzighini anche “la mostruosa insostenibilità economica di un’autostrada dalla quale gli investitori privati sono già scappati, così come i cittadini che si rifiutano di percorrerla a causa degli altissimi costi del pedaggio, il più caro d’Italia”. “Una fuga”, aggiunge, che non ha impedito di “continuare a sostenere i costi di un’opera che è diventata l’emblema del fallimento della Lega e del centrodestra. Negli ultimi due anni la Giunta di centrodestra ha stanziato complessivamente la cifra esorbitante di un miliardo e mezzo di euro per Pedemontana. In pratica in Regione Lombardia non ci sono soldi per la sanità, per le scuole, per ristorare i danni del maltempo, ma non mancano mai per alimentare quella voragine che prende il nome di Pedemontana”.

Il rischio è quello di “realizzare un ecomostro inefficace e insostenibile”. Tra i sindaci presenti all’audizione in Commissione – i Comuni coinvolti direttamente dalla variante della tratta D sono Vimercate, Bellusco, Agrate, Burago, Sulbiate, Cavenago, Caponago, Bernareggio, Carnate, Ornago e Cambiago – è stata unanime la richiesta di coinvolgimento da parte della Regione. Perché le criticità ci sono tutte. A partire dal timore che la nuova tratta D crei una frattura tra chi sta da una parte e chi dall’altra, visto che “le nuove tangenziali generano periferie ed aree difficili”, come ricordato dal sindaco di Bellusco Mauro Colombo e dalla preoccupazione che l’opera non diventi altro che “il secondo anello di tangenziale attorno a Milano, il tutto senza aver ragionato in maniera prioritaria sul sistema di trasporto pubblico su ferro, in particolare sul prolungamento della (linea di metropolitana, ndr) M2 che invece avrebbe un enorme impatto positivo sui territori in termini di sgravio di traffico”, come rimarcato dal sindaco di Vimercate Francesco Cereda.

Pizzignini (M5S): “Opera insostenibile”

Ma non finisce qui. A tirare le somme ci ha pensato il sindaco di Agrate Simone Sironi che denuncia come “questa variante stia in piedi sovrastimando l’utilizzo. Per questo sarebbe opportuno sospendere l’iter e far ripartire il confronto con i territori per cercare soluzioni migliori e fattibili”. Un assist per Onorio Rosati, consigliere regionale in Lombardia per Alleanza Verdi Sinistra, che ha presentato delle osservazioni sulla Valutazione di Impatto Ambientale nelle quali ha segnalato le maggiori criticità. “Sul consumo di suolo”, sostiene Rosati, “il progetto risulta concretamente in contrasto con quanto recepito dal Ptcp che indica ai 55 Comuni della Provincia di ridurre la soglia del consumo di suolo del 45%, per circa 3,3 milioni di mq. Seppur non conteggiato dal punto di vista formale, il consumo di suolo generato dalla Pedemontana e da tutte le opere viabilistiche ad essa complementari deve essere considerato nel calcolo della soglia di consumo di suolo dei singoli comuni tenuto conto degli effetti reali sullo stato di fatto”.

L’audizione di ieri era stata richiesta dai consiglieri Gigi Ponti (Pd) e Michela Palestra (Patto Civico), che condividono “le preoccupazioni dei sindaci brianzoli che si trovano messi di fronte a un’infrastruttura progettata più di dieci anni fa e oggi troppo impattante da un punto di vista ambientale”.

 

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