La Polonia ha sospeso il Trattato sulle forze convenzionali

Il presidente Duda ha promulgato la legge con cui la Polonia sospende il Trattato sulle forze convenzionali in Europa.

La Polonia ha sospeso il Trattato sulle forze convenzionali

Il presidente polacco, Andrzej Duda, ha promulgato la legge con cui la Polonia sospende il Trattato sulle forze convenzionali in Europa: lo ha reso noto l’ufficio della Presidenza di Varsavia. Il Trattato era stato firmato a Parigi nel novembre del 1990 fra gli allora 16 Paesi membri della Nato e sei Paesi del Patto di Varsavia, ed era entrato in vigore due anni dopo.

Il presidente Duda ha promulgato la legge con cui la Polonia sospende il Trattato sulle forze convenzionali in Europa

L’accordo prevedeva l’introduzione di un limite ai principali tipi di armamento convenzionale in Europa, nonché la distribuzione delle eccedenze; la Russia lo aveva denunciato nel 2023. Come sottolinea l’ufficio di presidenza polacca, il Trattato è stato solo sospeso, il che significa che Varsavia non è tenuta a rispettarne gli articoli pur continuando formalmente ad esserne firmatario.

La guerra in Europa, per la prima volta dal 1945, è un fatto “reale”: stiamo scivolando in una fase “prebellica” con la Russia. È l’allarme lanciato dal premier polacco, Donald Tusk, nella sua prima intervista con media internazionali, quelli del consorzio Lena di cui fa parte anche La Repubblica. “Non voglio spaventare nessuno, ma la guerra non è più un concetto del passato. È reale, è già iniziata più di due anni fa. La cosa più preoccupante è che ogni scenario è possibile”.

“È la prima volta dal 1945 che ci troviamo in una situazione del genere”

“È la prima volta dal 1945 – ha aggiunto il primo ministro polacco – che ci troviamo in una situazione del genere. So che sembra devastante, soprattutto per i più giovani, ma dobbiamo abituarci mentalmente all’arrivo di una nuova era. È l’era prebellica. Non sto esagerando. Sta diventando ogni giorno più evidente”. Tusk ha concluso che “dobbiamo essere pronti” ma che “l’Europa ha ancora molta strada da fare”.